Sunday, November 26, 2006

Cancro: un male evitabile

la copertina del volume "Cancro"

È da poco uscito l'ultimo libro per la collana Scienza e Animali delle Edizioni Cosmopolis, intitolato Cancro: un male evitabile, scritto da Gianni Tamino.

Gianni Tamino non ha assolutamente bisogno di presentazioni per gli animalisti e gli antivivisezionisti, poiché da decenni si sta battendo per l'abolizione degli esperimenti sugli animali.

Anche il curriculum scientifico è di quelli che non si discutono: laureato in Scienze Naturali, è dal 1974 Docente universitario di Biologia e dal 2001 di Fondamenti di diritto ambientale. Ha svolto ricerche sugli effetti mutageni e cancerogeni degli inquinanti ambientali e, in particolare, degli organismi transgenici. Ha fatto parte del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è membro del Gruppo di Lavoro sugli OGM del Ministero delle Politiche Agricole ed Ambientali.

Nonostante da almeno 50 anni periodicamente ci informano che sono stati compiuti importanti passi avanti nella lotta contro i tumori, l'unica certezza è un costante e significativo aumento delle persone che ogni anno si ammalano. Tutto ciò viene spiegato e documentato in maniera inoppugnabile da Gianni Tamino che ci aiuta anche a capire quali sono le reali conoscenze sul cancro e dove sta realmente andando la ricerca.
L'autore ci fa capire un concetto basilare per quanto riguarda i fenomeni biologici. Così come la vivisezione è fallimentare, poiché in maniera meccanicistica e riduzionistica, gli animali sono considerati come la semplice somma dei loro organi ed apparati, dimenticando che gli esseri viventi sono il risultato di milioni di interazioni tra i singoli componenti, allo stesso modo una reale ed efficace politica di lotta ai tumori passa attraverso la comprensione della loro storia e non solo del risultato finale. Bisogna capire perché si formano, quali sono i fattori stimolanti e scatenanti, come si può affrontare la malattia in maniera meno traumatica possibile per il malato.

Tutto questo passa attraverso scelte di tipo economico che, per il momento, hanno penalizzato la politica più sensata e non traumatica, ossia la valorizzazione della prevenzione e, al contrario, favorito la ricerca di cure più efficaci.
Eppure si sa che l'80% dei tumori ha un'origine ambientale e quindi, teoricamente evitabile. In altre parole sembra sia più utile curare le persone che si sono ammalate di cancro, piuttosto che cercare di evitare che si ammalino. Ma tutto ciò è utile a chi? Certamente non ai malati o ai loro famigliari, ma piuttosto a quanti vivono sulla malattia: ricercatori, industrie farmaceutiche, istituti per la ricerca, pubblici e privati.
Aspetto cardine di questa strategia assurda e perdente è l'impiego degli animali che risulta un elemento centrale e funzionale. Utilizzando una determinata specie si può dimostrare che quasi ogni sostanza può essere cancerogena, ma semplicemente cambiando la specie si può dimostrare anche il contrario.

Tamino ci conduce attraverso questo mare di dati inquietanti e contraddittori e riesce a spiegarceli, portandoci a comprendere molti aspetti legati al fenomeno cancro che non potrebbero essere capiti da quanti non possiedono una preparazione scientifica.
Tuttavia Tamino ci indica anche le soluzioni per affrontare nel migliore dei modi la battaglia contro il cancro: puntare sulla prevenzione, agendo sull'ambiente e sulle abitudini di vita delle persone; modificare i metodi di ricerca, sponsorizzando quelli che utilizzano le recenti tecnologie, purché affidabili, abolendo i vecchi, inutili e dannosi retaggi del passato, com'è la vivisezione. Insomma vera ricerca e non false e generiche rassicurazioni, utili solo a tamponare le giuste preoccupazioni dell'opinione pubblica.

L'acquisto di questo libro è indispensabile per chiunque si interessi di antivivisezionismo scientifico, ma anche di medicina, ricerca, salute, con animo sgombro da preconcetti e da facili illusioni spacciate dai mass media.
Cancro: un male evitabile, è da acquistare e regalare anche per un altro motivo. Le Edizioni Cosmopolis continuano a investire in una collana come Scienza e Animali, che potrebbe essere perdente sul piano economico, ma che risulta vincente e fondamentale sul piano culturale. Premiamo chi punta sulle battaglie difficile, anziché su quelle già vinte.

Stefano Cagno
Fonte:www.vegetariani.it
Link: http://www.vegetariani.it/vegetariani/articles/1384.html
20.11.06


Cosa fa la Chiesa quando non riesce a fermare la violenza umana ? Si adegua

CORRIDA E SANGUE

corridaLa crudeltà praticata come spettacolo ha origine antichissime, si pensi che per l'inaugurazione del Colosseo furono immolati 11.000 animali. Le prime gare con i tori in Spagna risalgono all'anno 815 d.C. ma la corrida vera e propria nasce nel XIV secolo come gioco equestre.

Nell'arco di 20 anni il papa Pio V emanò ben 4 bolle a severa condanna delle corride e le altre fiestas, ma senza alcun risultato.

Filippo V di Borbone disse: "E' incredibile il desiderio di ammazzare animali che dimostra questa nazione. Questo popolaccio è di una ferocia incredibile". Nel 1805 Carlo IV emise la Real Cedula che vietava formalmente la corrida, ma di fatto non ebbe alcuna efficacia.

Vi sono molti interessi di carattere economico, politico e religioso che ruotano intorno alle corride. Ricchi latifondisti, allevatori di bestiame, agenzie turistiche e operatori della carta stampata si appellano alla tradizione, all'interesse turistico, artistico e sportivo.
I grandi allevatori godono di importanti appoggi politici e di consistenti finanziamenti da parte del Ministero della cultura.

I tentativi recenti di far sbarcare a Mosca e a Venezia la corrida sono falliti a causa delle proteste degli animalisti europei e dell'opinione pubblica.
I turisti che alimentano le corride sono principalmente italiani e giapponesi.
Il mito della corrida è rinforzato grazie ai romanzi di Ibanez ed Hemingway.
Anche le star del cinema come Gina Lollobrigida, Sofia Loren, Ava Gardner e Lucia Bosè hanno contribuito con i ruoli assunti in alcuni films. Almodovar ne "Il Matador" denuncia invece la violenza taurina e critica il cattolicesimo. Unico tra le agenzie turistiche ad essersi rifiutato di propagandare le corride è l'Alpitour su pressione della lega antivivisezione.

Tossa de Mar è stata la prima città ad aver abolito la corrida.
La corrida, come le feste patronali, si associa a rituali cruenti di origine pagana.
Tra le fiestas più note vi è quella di Medina Celi in cui il toro ha le corna intrise di pece infuocata; quella di S. Isidoro a Madrid e di S. Firmino a Pamplona.
Esistono in Spagna circa 400 plaza de tores.

Prima dello spettacolo il toro viene battuto sugli arti posteriori e sulla schiena con sacchi di sabbia. Altri espedienti sono: stoppa nelle narici; vaselina negli occhi, droghe, limatura delle corna.
Inoltre, fin dall'inizio l'animale ha un lungo spillone conficcato nel collo che reca una bandierina (coccarda) col nome dell'allevatore.

Durante la corrida i primi ad affrontare il toro sono i "banderilleros" muniti di aste di legno lunghe 70 cm munite di un arpione di acciaio a punta.
Dopo entrano i "picadores" in sella a cavalli bendati. La gualdrappa, innovazione abbastanza recente, serve ad impedire al pubblico di vedere i cavalli sventrati dalle incornate dei tori.
Molti cavalli vengono ricuciti rozzamente e fatti rientrare nello spettacolo successivo.

Nell'arco dello spettacolo, che dura circa un'ora e mezza, vengono uccisi 6 tori da 3 toreri.
Dietro la barrera il toro viene castrato ancora vivo e cosciente, tagliate orecchie e coda.

Nell'ultimo secolo sono morti nell'arena 40 fra toreri e picadores a fronte di 30.000 tori uccisi ogni anno. Nessun toro è mai stato graziato. Neppure il toro che uccise il grande Manolete con un'incornata: le sue orecchie e la sua coda furono seppellite con lui.

Nel 1960 è stata istituita presso la facoltà di medicina di Madrid una cattedra di torotraumatologia.
Oltre alle corride ogni anno si svolgono in Spagna circa 3.000 feste patronali in cui vengono coinvolti, tormentati e uccisi animali di ogni specie: vitelli, caprette, asini, cani, gatti, oche, galli.
Quasi tutte le feste si concludono con il taglio dei genitali dell'animale.
I bambini sono spesso invitati ad emulare i grandi.
In alcune cittadine i bambini entrano gratis a vedere la corrida.

La Chiesa non ha mai preso una posizione coerente e definitiva contro le corride, nonostante la bolla di S. Pio V che condanna duramente ed in modo imperituro la corrida..
Ogni Plaza de Tores deve avere una piccola cappella dove ogni torero riceve la benedizione di un prete prima di entrare nell'arena. Il prete deve assistere a tutta la corrida. Don Angelo Rodriguez è occasionalmente entrato nell'arena per toreare.

Le banderillas, riccamente decorate, venivano confezionate in un convento di suore di clausura presso Madrid dove l'Università Pontificia ha istituito una cattedra di Tauromachia il cui docente era un prete francescano, Alfonso Ortega, tra l'altro vice direttore della stessa Università.

In Messico, più che in Spagna, le corse dei tori, che accompagnano le varie ricorrenze religiose, sono sostenute dalla Chiesa: servono a sovvenzionare la costruzione di edifici sacri.
Alcuni religiosi erano coinvolti nell'allevamento e a Caracas i frati cappuccini possiedono addirittura un'arena. In Messico vi è l'arena più grande del mondo, la Monumental, in grado di ospitare 50.000 persone.

Condannarono le corride Voltaire, Montesquieu, Byron, Garcia Lorca, Victor Hugo.
Anche in Francia ogni anno si svolgono un centinaio di corride.
Nel 1800 nasce in Francia la società per la protezione degli animali inizialmente contro le crudeltà inflitte al cavallo, animale prediletto dall'aristocrazia, ma solo dal 1860 l'idea della protezione degli animali si estende a tutti gli animali. In Portogallo fin dal 1834 fu vietata la messa a morte del toro, ma il toro subisce le medesime violenze delle corride tradizionali anche senza la stoccata finale della morte.
Il mondo culturale spagnolo non ha il coraggio di esporsi apertamente contro la corrida.
Soltanto i Verdi ed i Repubblicani spagnoli hanno condannato apertamente la tauromachia.

Franco Libero Manco
Fonte: http://www.newmediaexplorer.org
28.09.06






Saturday, November 25, 2006


La sperimentazione animale è scientificamente inutile, dannosa e fuorviante per la salute umana

A che serve la vivisezione ?


A che serve la sperimentazione animale, o per usare un termine più impressionabile, la vivisezione? Me lo chiedo quasi ogni giorno ma ancor di più quando leggo notizie come il lancio d'agenzia Ansa del 4 gennaio scorso che testualmente recita "Il Vioxx sarebbe stato la causa della morte o della malattia di 140.000 americani, stando a una ricerca condotta da uno scienziato dell'Fda. Il dottor Graham -scrive il Financial Times- intende divulgare il suo studio sulla rivista scientifica "Lancet" nonostante il parere contrario dei superiori e il rischio di conseguenze legali.
Una probabile pubblicazione destinata ad alimentare il dibattito sull'efficacia del sistema di regolamentazione farmacologica Usa, che nel '99 aveva approvato il Vioxx".

Il Vioxx è un farmaco prodotto della multinazionale farmaceutica tedesca Merck, prescritto a più di venti milioni di persone nel mondo. Un antidolorifico che avrebbe dovuto "fare miracoli" senza danneggiare lo stomaco, ma ritirato recentemente dal commercio dalla ditta produttrice dopo che si è scoperto che raddoppiava il rischio d'infarto causando appunto centinaia di morti.

Ma come possono succedere fatti di questo genere se per ogni farmaco, prima di essere messo in commercio, è prevista una rigorosa e attenta sperimentazione che prevede tre fasi: la sintesi, la prova sugli animali e in ultimo quella sugli uomini ?

Evidentemente qualcosa non funziona in questo iter: appare sempre più evidente che proprio lo stadio della sperimentazione su animali rappresenti l'anello debole della catena.

E' proprio questa la chiave di volta per comprendere come si arrivi a distribuire un farmaco che poi si rivela in moltissimi casi letale per l'uomo.
L'errore è metodologico, perché basato sul concetto di similitudine. "Entrereste in un stanza con un gas simile all'ossigeno? Vi fareste fare trasfusioni con un liquido simile al sangue ? E ancora: mangereste sostanze simili al cibo ?" (1)

Se somiglianze e analogie esistono tra uomo e animale, e sono indiscutibili, è ancor più vero e determinante che "ogni specie possiede un Dna e dunque una propria anatomia, fisiologia, biochimica. Ragione per cui i dati finali di un esperimento non possono essere trasferiti da una specie all'altra. Non a caso, i test sugli animali non sostituiscono quelli sull'essere umano ma ne sono solo la premessa". (2)

In questo modo si può dimostrare tutto e il contrario di tutto ed è quello che succede normalmente, spesso purtroppo anche strumentalizzando i risultati in base alle necessità del tal ricercatore o nell'interesse di una certa azienda in nome della competitività del mercato.

In realtà la sola vera sperimentazione che può verificare inequivocabilmente l'efficacia o la pericolosità di un principio attivo è quella che avviene sull'uomo una volta che il farmaco è messo in vendita.

Esemplificativo di ciò, tra le tante, è una ricerca del General Accounting Office, Usa, che tra il 1976 e il 1985 ha passato in rassegna 198 nuovi farmaci dei 209 commercializzati, constatando che il 51% di essi presentava "gravi rischi emersi dopo l'approvazione" e non previsti dai test sugli animali; rischi definiti come: reazioni avverse, tali da portare al ricovero in ospedale, a invalidità o addirittura a morte.

La sperimentazione animale è una pratica tragica tanto per gli animali che la subiscono quanto per gli esseri umani che ne pagano pesantemente le conseguenze.

Davide Ranzini
Fonte: http://italy.peacelink.org
Link: http://italy.peacelink.org/animali/articles/art_8998.html
9 gennaio 2005


Note:

1 - Maria Rosa Furbelli "Salute" di Repubblica

2- Intervista a Stefano Cagno http//www.scienze.it

Thursday, November 23, 2006


ANIMALI: VITTIME NASCOSTE DELLA GUERRA

Questo articolo è dedicato a tutti gli animali che nel corso della storia hanno perso la vita nei conflitti tra esseri umani. Possano queste vittime nascoste della guerra riposare in pace.
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Un monumento alla sofferenza degli animali

Nel 2004, in occasione del novantesimo anniversario della I Guerra Mondiale, finalmente la Gran Bretagna si è messa alla pari con gli altri paesi del Commonwealth, innalzando un monumento sulla Park Lane in onore di tutti quegli animali che hanno sofferto e sono morti in guerra. La Fondazione in Memoria degli Animali in Guerra ha raccolto il denaro necessario alla realizzazione di una statua in bronzo e pietra, disegnata da David Blackhouse.(1)
Una storia di sofferenze nascoste

Viene spesso trascurato a proprio vantaggio il fatto che gli animali siano vittime innocenti della guerra.
Nella storia dei conflitti umani, gli animali sono stati usati come strumenti di guerra militare.
Già nel 300 a.C. Annibale usava i suoi famosi elefanti come aiuto nelle sue campagne. Da allora c'è stato un uso continuo, in guerra, di animali come cavalli, cani, gatti, piccioni, elefanti e polli.

Nella Prima Guerra Mondiale, i cavalli venivano usati per trasportare merci, i gatti venivano tenuti all'interno delle trincee per dare la caccia ai topi, e i piccioni erano impiegati per inviare messaggi tra le navi in mezzo al mare. Oggi, l'utilizzo degli animali in guerra continua più che mai, ma gli scopi del loro impiego sono i più disparati.

Cavalli in battaglia

"Nelle desolate, incerte ore d'attesa, Prima che il delirio Metallico abbia inizio, I cavalli gli mostrano poteri più nobili; Oh occhi pazienti, cuori arditi!"
'Into Battle' Capitano Julain Grenfall - Ypres 1915

Nel corso della storia, i cavalli sono stati spesso utilizzati dalle truppe militari in battaglia. Una delle guerre in cui essi furono adoperati in maniera più massiccia fu la Prima Guerra Mondiale.

Dopo poche settimane dall'inizio della Guerra, nel 1914, l'esercito Britannico aveva arruolato circa 200.000 cavalli. Questi animali venivano radunati in paesi come il Regno Unito, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, l'India, la Spagna e il Portogallo. Venivano organizzati in squadroni di cavalleria e imbarcati per il Fronte Occidentale. A causa delle frequenti malattie e delle morti improvvise, l'esercito doveva comprare circa 15.000 cavalli in più ogni mese, il tutto, per mantenere costante in numero dei cavalli 'attivi'.

I cavalli trasportavano munizioni, artiglieria, armi da fuoco e bombe, per non parlare degli stessi soldati. È stato stimato che il peso medio trasportato da un cavallo di cavalleria fosse di circa 57,15 Kg in armi e altri equipaggiamenti. Se a questo valore si aggiunge il peso medio di un cavaliere, si scopre che i cavalli erano costretti a trasportare sulle proprie spalle un peso superiore ai 127 Kg.
Nel corso della 'Grande Guerra' le truppe utilizzarono spesso anche i muli.
Questi animali sono più resistenti dei cavalli e questo permetteva loro di cavarsela leggermente meglio sul fronte.

Sul Fronte Occidentale, cavalli e muli erano abbondantemente denutriti. Ricevevano meno di un quarto della razione di cibo che avrebbero ricevuto in Gran Bretagna. Alcuni documenti dell'epoca riferiscono che spesso furono visti mentre cercavano di addentare le ruote dei carri perché troppo affamati. Quando la scarsità di cibo era molto diffusa venivano nutriti con 'torte di segatura '.

Solo nella Prima Guerra Mondiale, morirono circa 8 milioni di cavalli, muli e asini.

Sul fronte in Iraq

Almeno 75 delfini e 20 leoni di mare sono stati addestrati e impiegati dal Governo degli Stati Uniti in operazioni di guerra. Sopravvissuti a lunghi tragitti all'interno di maniche a vento piene d'acqua, sono stati impiegati sul fronte nel recente conflitto in l'Iraq, senza sapere di rischiare la propria vita per le truppe. I delfini, secondo quanto riferito dalla fonte militare dell'"Advanced Biological Weapons System", sono stati usati dall'esercito Statunitense col compito di ricercare le mine, e questo sin dai tempi della guerra in Vietnam. La loro mansione più recente è stata quella di mantenere libere le linee marittime del Golfo.

Denutrizione

I delfini vengono tenuti sotto controllo attraverso la denutrizione. Quando sono sazi, sono molto difficili da 'controllare', perché non hanno più alcun incentivo che li spinga a ritornare. Così, quando vengono impiegati per la ricerca delle mine, vengono addestrati con quelli che sono conosciuti come 'Anti-Foraging Devices' (AFD) ('Dispositivo anti-ricerca del cibo') - un pezzo di velcro arrotolato intorno al muso che impedisce loro di aprire la bocca e catturare i pesci. Questo dispositivo li spinge a tornare alla base. Se un delfino abbandona la postazione senza il permesso dell'addestratore, viene emesso un 'suono metallico di richiamo' ad una frequenza che può essere udita solo dagli animali che si trovano a lunghe distanze. Se, dopo aver sentito questo suono, tornano indietro vengono ricompensati con la rimozione del velcro AFD e la consegna del cibo.
L'uso dei delfini come strumenti militari compromette anche la vita dei delfini indigeni di tutta l'area. I militari non sanno quali delfini sono utilizzati dal nemico e quali non lo sono. Questo significa che uccidono a caso tutto quello che incontrano.(2)

Negli ultimi 30 anni, i leoni di mare sono stati utilizzati in missioni di recupero. Ma la guerra del Golfo ha visto il loro primo utilizzo in missioni sulla linea del fronte. Il loro compito era di perlustrare la zona alla ricerca di sommozzatori nemici.

L'uso militare di questi animali viene salvaguardato ad eccezione di questioni riguardanti la sicurezza nazionale. Questo significa che l'esercito può usare gli animali quasi a suo piacimento e la verità su come vengano trattati realmente è difficile da scoprire.

Bombe e rilevatori di agenti chimici dannosi

Sulla terraferma, i cani vengono usati come guardie del corpo e rilevatori di bombe, mentre i piccioni e i parrocchetti sono utilizzati dai marines come dispositivi di rilevamento preventivo di sostanze chimiche dannose. Molti degli uccelli muoiono durante il trasporto a causa dello stress dovuto ai lunghi viaggi. I piccioni, che hanno preso il posto dei polli tra le specie preferite per questo ruolo, possiedono degli apparati respiratori molto sensibili, questo significa che in caso di un attacco chimico, iniziano a soffrire e trovano la morte molto prima che gli esseri umani vengano contagiati.

Tuttavia, gli esperti militari non credono che gli uccelli possiedano la stessa sensibilità dei nuovi sensori ad alta tecnologia, che possono rilevare nubi di gas ad almeno tre miglia di distanza; ciò significa che questa barbarie non può essere giustificata nemmeno da coloro che non sono interessati al benessere degli animali.

I Cani della Guerra

Anche adesso che la guerra contro il Regime di Saddam Hussein è finita, per i cani che sono stati usati dalle truppe del Golfo ci sono ancora molti pericoli in agguato. In Vietnam, 5,000 cani affiancarono le truppe Americane. Di questi, solo 150 tornarono a casa. E questo non perché gli altri morirono sotto i bombardamenti, ma perché furono lasciati là. Abbandonati a se stessi in Vietnam.(3)

Abbandonati al loro Destino

La guerra provoca immense sofferenze anche agli animali nativi che si vengono a trovare nel bel mezzo di una zona di guerra. Gli animali di compagnia e quelli d'allevamento vengono spesso abbandonati - sono lasciati morire di fame all'interno di recinzioni oppure vengono lasciati vagare per le strade alla ricerca di rifiuti. Gli animali non possono reagire alle sirene che annunciano i raid aerei e anche quelli che vivono insieme a delle famiglie non possono comprendere cosa stia accadendo e perché.

Nella guerra moderna le 'bombe intelligenti' lanciate dagli eserciti possono essere programmate per evitare di colpire gli ospedali, le scuole e altri obiettivi civili (anche se il più delle volte sono ben lontane dal riuscirci), ma queste considerazioni non vengono estese alle zone abitate dagli animali, che rimangono intrappolati e diventano dei bersagli immobili.

Negli ultimi anni, abbiamo visto la terrificante condizione degli animali intrappolati negli zoo, in stati dilaniati dalla guerra. In Bosnia, Afghanistan e in Iraq, gli zoo sono stati terreno di violente battaglie. Dopo il conflitto, gli animali venivano lasciati morire di fame all'interno delle loro gabbie. Nella recente guerra in Iraq, 300 animali sono scomparsi dallo zoo più importante di Baghdad. Molti sono stati rubati, altri vagano per le strade abbandonati a se stessi.4

Missione di Soccorso

Grazie all'Associazione Mondiale per la Difesa degli Animali (World Society for the Protection of Animals - www.wspa.org.uk) e all'Associazione per la Difesa degli Animali all'Estero (Society for the Protection of Animals Abroad - www.spana.org) c'è una speranza per queste vittime innocenti della guerra. Come conseguenza dei recenti conflitti, queste associazioni hanno mobilizzato una task force di veterinari col compito di perlustrare le regioni contaminate, in modo da aiutare gli animali d'allevamento, gli animali di compagnia e quelli abbandonati che si trovavano negli zoo. Tutti questi animali stanno morendo di fame ed hanno un bisogno disperato di assistenza veterinaria.(5)

"L'Arca Atomica"

Gli animali usati negli esperimenti militari non hanno alcuna speranza di essere liberati, nemmeno in tempo di pace. Questi esperimenti non sono una cosa nuova. Nel 1946 vicino all'Atollo di Bikini nel Sud del Pacifico, 4000 animali, comprese pecore e capre, furono mandati alla deriva su una piccola barca. Un'esplosione atomica venne fatta detonare sopra di loro in modo da valutare gli effetti di un attacco di questo tipo. Tutti gli animali rimasero uccisi o furono gravemente ustionati. L'esercito denominò il test 'L'Arca Atomica'.6

Esperimenti di Laboratorio

Fatti saltare in aria, colpiti con armi da fuoco, avvelenati, contagiati, mutilati...

Nel bel mezzo del panorama della campagna dello Wiltshire, giace Porton Down*, il più grande centro di ricerca sulle armi del Regno Unito, che fa uso di animali. Sotto la protezione del Ministero della Difesa, ogni anno migliaia di animali sono soggetti alla sperimentazione, e il loro numero sta aumentando. Dall' anno della sua apertura, nel 1916, milioni di animali hanno sofferto morti strazianti all'interno di quelle mura ad alta sicurezza.

Pecore, capre,topi, ratti, porcellini d'India, scimmie, cani e gatti sono usati ancora oggi per misurare il potere mortale di armi chimiche e biologiche, come pure l'efficacia dei loro antidoti. Sono stati sottoposti a deflagrazioni e a colpi di piccole armi da fuoco. Dopo aver subito esperimenti all'iprite, i maiali si sono ritrovati con enormi vesciche pendenti. Una volta esposti al velenoso gas soman**, i porcellini d'India si trovano in uno stato di defecazione incontrollabile e in preda alle convulsioni. Grazie agli agenti antisommossa i cani sono ridotti a delle carcasse tremanti.

La lista delle sofferenze inflitte è terribilmente lunga. Il massacro continua nonostante sia più che evidente che i risultati di questi test non possano essere applicati in modo attendibile alle persone, in quanto ci sono differenze biologiche cruciali tra specie diverse.

Sindrome della Guerra del Golfo

Anche l'Esercito ha Tradito

Sebbene gran parte del lavoro portato avanti a Porton Down sia top secret, sappiamo per certo che sin dalla Prima Guerra in Iraq, l'intento primario degli studi qui condotti sia la ricerca sulla Sindrome della Guerra del Golfo, in quanto hanno sottoposto ad una serie infinita di tormenti porcellini d'india senza peli e scimmie uistitì. Nonostante il Governo Americano, già nel 1994, abbia riconosciuto l'esistenza di questa sindrome, il Governo Inglese si rifiuta ancora di farlo. Tuttavia, a Maggio 2003, un tribunale della Gran Bretagna ha stabilito che un membro delle forze armate che soffre di osteoporosi può attribuire la sua malattia alle droghe somministrate durante la preparazione alla Prima Guerra del Golfo.(7) Nello stesso mese, ai soldati Britannici è stato comunicato (The Independent, 26 Maggio, 2003) di essersi ammalati a causa di vaccini multipli - tutti risultati 'non dannosi' dopo i test condotti sugli animali - che erano stati somministrati prima del più recente conflitto in Iraq.

Il Governo aveva precedentemente ammesso di non disporre di una documentazione completa sui vaccini e sulle sostanze anti-avvelenamento chimico e biologico somministrate ai soldati prima della prima Guerra del Golfo. Non esisteva neanche una documentazione a carattere nazionale dei sintomi che affliggevano i veterani dopo il loro rientro in patria. Tuttavia le autorità insistono nell'affermare che sia stato di vitale importanza testare queste sostanze sugli animali - test che si suppone abbiano 'provato' che tali vaccini siano sicuri.

Shockati a morte

Negli Stati Uniti le cose vanno altrettanto male. Nella Base Aerea di Brooks, nel Texas, c'è un simulatore di volo denominato 'Primate Equilibrium Platform'.
Esso comprende una piattaforma che dondola e ruota simulando il movimento di un aereo. Le scimmie vengono legate a delle sedie sulla cima dell'aereo. Di fronte a loro c'è una leva di sicurezza che può essere usata per tornare ad una posizione orizzontale. Le scimmie vengono addestrate ad usare la leva per portare la piattaforma ad una posizione piana. Durante questo addestramento condizionante, le scimmie ricevono migliaia di shock fino a che non imparano ad adoprare la leva. La sofferenza dura giorni. Poi arriva il tormento dell'esperimento vero e proprio. Le scimmie sono sottoposte a dosi letali di droga, gas velenosi e radiazioni. La piattaforma continua ad oscillare mentre ci si aspetta che le scimmie utilizzino la leva per mantenere la piattaforma orizzontale al terreno, e intanto soffrono la nausea e il vomito causato dalle sostanze tossiche che gli sono state somministrate. Se il loro comportamento non risulta soddisfacente, vengono sottoposte ad ulteriori shock elettrici.(8)

Sotto la presidenza di G.W. Bush la situazione sembra esser peggiorata. La sua cosiddetta guerra al terrorismo si è trasformata in una guerra agli animali. Tre nuovi laboratori di ricerca su animali saranno aggiunti ai cinque già esistenti che effettuano ricerche sui diversi aspetti del bio-terrorismo.

Il Controllo Totale significa Nessuna Resistenza

In futuro, gli animali dovranno far fronte ad un'ulteriore minaccia, quella di essere trasformati in ibridi organismi cibernetici. Ciò viene fatto impiantando degli elettrodi all'interno del loro cervello. Attraverso questi elettrodi, gli scienziati possono controllarli secondo una metodologia simile a quella delle macchine telecomandate. Indifferenti alle enormi sofferenze patite dagli animali che saranno incapaci di opporre resistenza ai comandi ricevuti. Questa non è fantascienza. Gli scienziati Statunitensi hanno già creato quello che loro chiamano 'Roborat' - una creatura che descrivono come 'un automa radio-controllato'. Hanno proposto di utilizzare il 'Roborat' per ripulire le zone coperte da mine antiuomo.(9) E questo è solo l'inizio. Se non ci si oppone ai responsabili di queste terrificanti sperimentazioni, i ricercatori arriveranno ad ideare metodi molto più elaborati per manipolare i corpi degli animali e quindi utilizzarli come strumenti nella guerra tra esseri umani. Questo provocherà ancora più sofferenza per gli animali indifesi e tutto in nome della guerra.

Note:

Vedi anche
Articolo e foto

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MONIA

NOTE:

1 www.animalsinwar.org

2 Intervista con Ric O'Barry (former Flipper trainer) con Animal Rights Online

3 www.peta.org

4 'Nothing stops Baghdad zoo looters, except lions' Reuters, April 22 2003

5 WSPA & SPANA April 24 2003, News Release - 'Rescue team on standby to help animal casualties of the war in Iraq'

6 Regan, T 1985, 'We are All Noah'

7 The Independent May 6 2003. 'Gulf War Syndrome soldier wins claim'

8 forums.alternet.org: Singer, Peter 1990, 'Animal Liberation' p.25ff

9 New Scientist May 4 2002, 'Say hello to the Roborat'

* Porton Down cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Porton_Down (N.d.T.)

** Gas Soman: è un gas nervino, uno dei più difficili da trattare. Cfr. http://www.farmacologia.net/xagena e web.peacelink.it (N.d.T.)

Fonte: http://www.animalaid.org.uk/campaign/vivi/war1.htm

Sunday, November 12, 2006












I dodici mantra del millennio

UNO: La compassione e l’empatia per gli animali generano compassione ed empatia per gli esseri umani. La crudeltà verso gli animali genera crudeltà verso gli esseri umani.

DUE: Ogni singola vita ha valore e dovrebbe essere rispettata. Ogni animale possiede la propria scintilla vitale. Gli animali non possono essere posseduti come una proprietà. Ogni creatura vivente merita i seguenti diritti fondamentali: il diritto alla vita, il diritto a non essere torturata, il diritto alla libertà di esprimere la propria individualità. Molte scuole di giurisprudenza propongono corsi sulle leggi che riguardano gli animali. Se le appoggiassimo, potremmo interagire con gli animali in modo diverso. Avremo allora bisogno di ragioni convincenti per negare questi diritti agli animali e dovremo chiedere perdono per ogni animale a cui facciamo del male.

TRE: Comportatevi con gli altri allo stesso modo in cui volete che gli altri si comportino con voi. Immaginate cosa provereste a essere imprigionati, intrappolati, controllati, isolati, mutilati, colpiti da scosse elettriche, fatti morire di fame, socialmente deprivati, appesi a testa in giù aspettando la morte o guardando gli altri mentre vengono macellati. I dati biologici mostrano chiaramente che molti animali soffrono fisicamente e psicologicamente e che sono in grado di sentire dolore.

QUATTRO: Dominio non significa dominazione. Abbiamo il dominio sugli animali solo a causa del nostro potente e onnipresente intelletto, non perché siamo moralmente superiori. Non perché abbiamo il diritto di sfruttare chi non può difendersi. Utilizziamo il nostro cervello per incamminarci sulla strada della compassione e per allontanarci dalla crudeltà, per provare empatia invece di fredda indifferenza, per sentire nei nostri cuori il dolore degli animali.

CINQUE: Gli esseri umani fanno parte del regno animale, non sono al di fuori di esso. La divisione fra “noi” e “loro” crea un’immagine sbagliata ed è responsabile di molte sofferenze. Fa parte di quella mentalità “dentro il gruppo/fuori dal gruppo” che porta i forti a opprimere i deboli, come avviene nei conflitti etnici, religiosi, politici, e sociali. Apriamo i nostri cuori a un rapporto biunivoco con gli altri animali, in cui ciascuno dà e riceve. Questo rapporto è fonte di gioia pura e priva di complicazioni.

SEI: Immaginate un mondo senza animali. Un mondo senza il canto degli uccelli, senza il ronzio delle api in cerca di nettare, senza gli ululati dei coyote, senza il rombo degli zoccoli nelle pianure. Rachel Carson ha raggelato i nostri cuori con l’immagine di una primavera silenziosa e la nostra prospettiva è ora di avere intere estati, autunni, e inverni silenziosi.

SETTE: Muovetevi con passo leggero. Che la vostra interferenza sia soltanto nell’interesse degli animali. Immaginate un mondo in cui ammiriamo e rispettiamo veramente gli animali, in cui proviamo per loro empatia, compassione e comprensione che vengono dal cuore. Immaginate come saremmo liberi da ogni colpa, sia essa consapevole o inconsapevole.

OTTO: Quando comprate, fate e guardate, le vostre scelte siano etiche. In una società guidata dal consumo, le nostre scelte individuali, utilizzate collettivamente per il benessere degli animali e della natura, possono cambiare il mondo più in fretta delle leggi.

NOVE: Abbiate il coraggio di ricredervi. Mai dire mai. Agite ora. Agite in anticipo; impedite gli abusi sugli animali prima che inizino. Abbiate il coraggio della denuncia per salvare le fragili e preziose risorse del mondo. Vivete il più possibile in armonia con la natura, rispettando il valore intrinseco della vita nella sua interezza e la straordinaria combinazione di terra, acqua e aria.

DIECI: Ogni individuo conta e ha un ruolo da svolgere. Le nostre azioni possono fare la differenza. La pressione dell’opinione pubblica è stata responsabile di molti cambiamenti a livello sociale, ad esempio di un trattamento più umano degli animali. I cosiddetti “diffamatori” hanno denunciato con coraggio le intollerabili condizioni degli animali nei laboratori, nei circhi, nei mattatoi e così via, spesso a scapito del proprio lavoro: Henry Spira (fondatore nel 1979 dell’Associazione newyorchese per l’abolizione del Draize test ndr) ha organizzato manifestazioni pacifiche che hanno portato a contestare il Draize test, nel quale viene fatto del male ai conigli per scoprire gli effetti degli ombretti. I suoi sforzi hanno inoltre portato alla creazione di centri dediti allo sviluppo di alternative non animali, sponsorizzati dalle stesse ditte cosmetiche. La pressione dell’opinione pubblica ha ridotto enormemente il consumo di carne di vitello e ha portato Sears, Roebuck and Company a non sponsorizzare più il Ringling Brothers Barnum & Baliley Circus. Helen Steel e Dave Morris hanno sfidato McDonald’s nel processo più lungo della storia della Gran Bretagna - il caso McLibel - e hanno dimostrato che con la pubblicità McDonald’s sfrutta i bambini ed è “colpevolmente responsabile” delle crudeltà sugli animali.

UNDICI: Siate sognatori appassionati e crociati coraggiosi. Combattete la crudeltà e siate catalizzatori di compassione. Non abbiate paura di esprimere il vostro amore. Non abbiate timore di essere troppo generosi o troppo buoni. Pensate soprattutto che ci sono molte ragioni per restare ottimisti anche quando le cose sembrano difficili. Cercate di canalizzare in positivo l’indomito spirito umano. Insieme possiamo rendere questo mondo un luogo migliore per tutti gli organismi viventi. Dobbiamo farlo per i nostri figli e per i figli dei nostri figli. Dobbiamo stare insieme ai nostri amici animali, non allontanarci da loro.

IL MANTRA DEL MILLENNIO: Quando gli animali perdono, tutti noi perdiamo. Ogni singola perdita va a scapito nostro e del mondo meraviglioso in cui viviamo insieme.

Note:

Mark Bekoff - Jane Goodall
Tratto da “Insieme ai nostri amici animali”
2001 Adkronos Libri