Monday, January 29, 2007

L'ANNO DEL CANE




















Un resoconto puntuale di quanto è accaduto nel Regno Unito durante il 2006. Eventi istruttivi che segnalano quanto la battaglia animalista sia difficile persino nel luogo in cui è più radicata. Nello stesso tempo, un monito affinché si ricerchino strade nuove, forse più difficili, ma, probabilmente, più promettenti


Se dovessi cominciare con il periodo che mi ha più impressionato nell’anno del cane inglese, il 2006, comincerei con l’immagine dell’emerito professore Robert Winston che accusa gli inglesi di essere vigliacchi.

Il professore - che assomiglia stranamente a Sandro Ruotolo, il giornalista di “Anno Zero” di Santoro - spiega che si è commosso vedendo un sedicenne sostenere la lotta in difesa della vivisezione e che è uno scandalo che gli inglesi, anzi i britannici, non siano insorti contro gli animalisti. E ci informa che anche lui utilizza animali per la ricerca e che questi animaletti (che allegramente viviseziona) sono molto amati dalle sue assistenti e che nel laboratorio vivono due conigli, Marigold e Wilhelmina, coccolati ogni giorno dai molti collaboratori. In nuce: l’emerito professore esalta l’eroico ragazzino che ha sollevato da sotto i talloni del terrorismo animalista il vessillo dei macelli e dei massacri.

Sotto la pressione incessante dei media la pubblica opinione si muove verso una più ampia accettazione della sperimentazione animale. Laurie Pycroft, il sedicenne inglese che ha dato il via al movimento in difesa della pratica della vivisezione, diventa per molti una figura eroica degna di rispetto e di ammirazione.






Il giovane scatena il furioso appoggio degli studenti di Oxford che detestano l’animalismo che difende i senzienti torturati. Nel frattempo ci giungono notizie confortanti: gli esperimenti sugli animali hanno raggiunto i 2,9 milioni di unità, il livello più alto negli ultimi 13 anni. Sono i topi che soffrono di più: sono massacrati al 68%, i ratti al 15%, i pesci all’8%, i rettili all’1%, gli uccelli al 4%, e gli atri mammiferi al 3%. I cani e i gatti sono all’1%.

Mentre Robert Shaw, un inglese di 71 anni, si impicca perché hanno tagliato i suoi amati alberi, un gruppo dei vetusti pioppi, Singer interviene in un dibattito televisivo della BBC 2 e annuncia che sperimentare su alcuni animali può essere, in alcuni casi, giusto. Quando il neurochirurgo islamico Tipu Aziz spiega a Singer che attraverso le sperimentazioni su un macaco è stato possibile far migliorare le condizioni di Sean Gardner un ragazzo di 13 anni affetto da distonia, Singer risponde che una certa sperimentazione può anche essere accettata. E si aprono le porte dell’inferno: la stampa di destra esulta: il reprobo si è pentito.

L’eterno Daily Mail raggiunge punte orgasmiche di piacere: il padre dell’animalismo sta dando il suo appoggio alla sperimentazione animale. Un cupo boato si leva dagli ambienti che sostengono la vivisezione. Aziz è trionfante. Mentre il mondo animalista resta boccheggiante davanti alla presa di posizione del professore tutto il mondo monoteista esulta. Ropert Wilson imperversa. Singer che prima ha esaltato il progetto delle “Great Apes” dice ora che, in certi casi, si può sperimentare sui macachi. Rimane un punto fondamentale: Singer non possiede la verità assoluta: quella, quasi sicuramente, non la conosce neanche Dio.

Come si è dispiegato l’anno del cane?

GENNAIO

A gennaio arrivano notizie confortanti: i mari si innalzeranno di sette metri. I giornali annunciano il collasso di interi ecosistemi.

FEBBRAIO

A febbraio gli evangelisti bushiani si accorgono improvvisamente che il pianeta sta andando a fottersi. Cizik e un gruppo di pastori cominciano a parlare della distruzione del creato come di un grande peccato. Cheney è vicino all’infarto. Cizik comanda trenta milioni di possibili voti e afferma che la povertà umana è conseguenza della degradazione ambientale e che la terra è del Signore e va salvata. Il cuore di Cheney pulsa violentemente.

MARZO

A Marzo sei uomini che esperimentano medicinali su loro stessi rischiano di tirarci le cuoia: le droghe erano già state provate sugli animali.

Il 16 dello stesso mese dai lidi patri ci giunge la notizia che i vegetariani italiani sono raddoppiati in tre anni. Repubblica ci informa che sono sei milioni. Le anime belle negano: saremo si e no una cinquantina, dicono. Ma Repubblica imperversa: 3 milioni seguono la dieta in maniera rigorosa. Il 70 per cento sono donne: ah… les femmes! Ci sono 300 ristoranti vegetariani nella terra di Dante e i vegani sono 600.000. Il fenomeno è in espansione anche in Inghilterra. Ma la potenza dei media è immensa.

APRILE

Ad Aprile gli attivisti animalisti si scatenano e informano i media che pubblicheranno i nomi di coloro che posseggono interessi nella Glaxo Smith Kline creando intorno a loro un clima di inferno. Ci sono 170.000 piccoli investitori nella Glaxo Smith Kline e riceveranno tutti una lettera che li metterà in guardia nel persistere a mantenere shares nella società . Gli animalisti si scatenano contro Huntigdon Life Science e anche in quel caso informano gli share holders che riceveranno una lettera nei prossimi giorni. La campagna è mirata e precisa; è roba altamente organizzata. La polizia informa gli investitori di trasmettere le lettere minatorie che ricevono alla National Domestic Extremism Team. Il 14 aprile il Guardian ci informa che quattro attivisti animalisti rischiano fino a 12 anni di galera per aver trafugato le ossa di Gladys Hammond.

La storia è questa: nel 1999 John e Christopher Hall allevano a Newchurch, nello Staffordshire, nella Darley Oaks Farm, porcellini d’india per la sperimentazione. A settembre gli attivisti animalisti si fanno vivi e sottraggono dai bisturi 600 animaletti. Nel 2003 gli attacchi verso coloro che utilizzano i piccoli animali per la sperimentazione diventano spietati: un uomo coinvolto nel triste mercimonio viene accusato di pedofilia.I media sussultano. Riappare sui giornali l’immagine di Brian Cass direttore di HLS, Huntigdon Life Science grondante sangue: tre attivisti con il volto coperto e con mazze da baseball lo avevano attaccato nel 2001.

La logica dello specismo funziona così: è più grave bastonare un reprobo che tagliuzzare e tormentare milioni di esseri senzienti. Il Daily Mail comincia a dar di fuori: abbandonati, per alcuni giorni, i poveri Asylum seekers, l’insana ossessione per i coniugi Beckham, la moglie di Blair, Big Brother e la perdente avventura in Iraq il quotidiano comincia a fantasticare sul terrorismo animalista. L’FBI non molto tempo fa ha indicato SHAC come uno dei maggiori pericoli terroristici dell’America. Siamo a livello di Bin Laden. A Ottobre del 2004 i resti di Gladys Hammond la suocera di uno degli Hall, svaniscono dal cimitero di Yoxall nello Staffordshire. Tanto accanimento per le ossa di una suocera è a dir poco strabiliante. Io per la mia non avrei mosso un dito. Gli animalisti informano i proprietari della Darley Oaks Farm che sono stati loro a trafugarli. Nello stesso anno la giustizia inglese impone ai manifestanti di mantenere una distanza di 100 metri dalla fattoria. Ad agosto del 2005 John e Christopher Hall annunciano che non alleveranno più porcellini d’india.

A settembre quattro attivisti vengono denunciati per cospirazione e ricatto. John Smith, Kerry Withburn, Josephine Mayo, e Jon Ablewhite, il figlio di un pastore protestante, rischiano fino a dodici anni di gattabuia. La signora Sabine Hilschenz, madre tedesca che uccise otto figli e seppellì i suoi neonati in vasi di fiori è imprigionata per quindici. Le ossa di una vecchia signora valgono sul piatto della giustizia specista quanto migliaia di animaletti. Leggiamo, assorbiamo e portiamo a casa.

MAGGIO

L’11 maggio avviene quello che si temeva: i quattro animalisti Kerry Withburn e Jon Ablewhite, entrambi trentaseienni e John Smith trentanovenne vengono arrestati e condannati a dodici anni di carcere; Josephine Mayo un’infermiera psichiatrica per quattro. I quattro affermano di essersi battuti per evitare un “olocausto” animale. Al termine “olocausto” i media sussultano. E quando leggono che gli animalisti paragonano – secondo me giustamente – gli allevamenti ai lager nazisti, la gutter press, la stampa fogna, si imbufalisce ancora di più.

Il nome dei fronti di liberazione animale li infastidisce non poco: le lettere minatorie sono state firmate dall’Animal Liberation Front e dall’Animal Rights Militia. L’imparruccato giudice elargisce un messaggio cristallino agli animalisti: se si gioca con le ossa della propria suocera si finisce in gattabuia per dodici anni. La mia, ringraziando il cielo, è stata incenerita. Insomma si finisce peggio di una kapò di Auschwitz o di un pedofilo violentatore. Ne prendiamo nota: la giustizia è giustizia. Il cretinismo mediatico dilaga: nelle menti devastate da Coronation Street, Eastender e dal Grande Fratello - seguito da 8,1 milioni di persone - fa capolino l’immagine barbuta di Bin Laden. Al Qaeda = Animal Rights Militia: non si scherza debordiamo nella follia! Dove andremo a finire se non si possono più ridurre in pezzetti neanche i porcellini d’india? Si chiede la “gutter press” schifata. Il 15 maggio Tony Blair salta sul carro dei media scatenati e firma “The People Act” che difende la sperimentazione sugli animali.

Dopo le sentenze di condanna esorbitanti esulta l’aggregato “vivisezionatore”. Il giovane Laurie Pycroft ha le lacrime agli occhi. Al professore emerito, Robert Winston, tremano per l’emozione i baffi staliniano - nicciani. Tipu Aziz ringrazia Allah che nella sua infinita misericordia permise a otto animali di accedere al paradiso frequentato dalle uri.

Entrarono, infatti, nel regno dei cieli islamico la formica di Salomone, la balena di Giona, il caprone di Ismaele, il vitello di Abramo, l’asino della regina di Saba, quello di Maometto, il bue di Mosè, il cammello di Salech e il cucù di Belkis. E perché non l’asina di Balaam, che vide l’angelo, o l’asinello che cavalcò Gesù per entrare a Gerusalemme?” chiesi una volta a un Mullah. E mi giunse una risposta stizzita: “Perché così ha deciso Allah!”. Ricordo che replicai: “Allora ha deciso male!”.

Le cose cambiano radicalmente: nel 1999 i britannici che osteggiavano la sperimentazione sugli animali erano il 64%; a maggio 2006 il Daily Telegraph produce un nuovo sondaggio: il 70% dei britannici è favorevole alla sperimentazione sugli animali. Una altro sondaggio effettuato da Newsnight programma della BBC 2 li da al 57%. Più tardi, lo stesso Telegraph, quotidiano apertamente di destra, ci elargisce qualcosa di veramente vergognoso informandoci che il 77% dei britannici sostiene che gli animalisti di ALF vanno equiparati ai terroristi di Al Qaeda. I fatti sconvolgenti di 9/11 giocano profondamente nella psiche popolare e indirizzano penosamente i sondaggi: Vox Populi Vox Dei, dice Vico? Ma che ci faccia il piacere!

Con la pubblica opinione che gira le spalle agli animalisti è facile promulgare una legislazione repressiva come “The Serious Organized Crime Act”che permette alla polizia di trattare gli animalisti alla stregua dei terroristi. Conclusione: la sperimentazione animale cresce del 4% e quella sui primati dell’11%.

Sempre a maggio i giapponesi - perversamente - ripartono con l’idea del libero massacro delle balene. I media britannici che se ne fottono dei porcellini d’india reagiscono. La compassione ha un peso: se sei un bestione di parecchie tonnellate te la cavi meglio di un essere minuto di pochi grammi. Dei 66 membri dell’International Whailing Commission 35 cominciano a vacillare e a sostenere la ripresa dell’orrenda attività. Si vuole tornare ai massacri liberi degli anni '70 quando potevi sterminare tutti i cetacei che volevi. Gli inglesi reagiscono. Stavolta Usa, Nuova Zelanda, Australia sono alla testa di un gruppo di paesi che tentano di contrastare l’orrore sostenuto da giapponesi, norvegesi, e islandesi. Norvegesi e islandesi? Alla faccia della progredita civiltà nordica!

E la compassione buddista?

I giapponesi sborsano somme immense per perpetrare la carneficina dei mari. Per ottenere l’appoggio dell’isola del pacifico Tuvalu offrono fino a un milione di dollari. Io do un milione di dollari a te e tu voti per farmi massacrare le balene: sic et sempliciter. La compassione e il senso di giustizia sono cose profondamente soggettive: il giudice Falcone stava dirigendosi verso una tonnara prima di essere ucciso. C’è gente che porta i propri piccoli a vedere il sanguinoso massacro dei tonni perché lo giudica pittoresco. In Apocalypto - il film di Mel Gibson - che sadico sarà ma con gli umani, come dice Di Pietro, ci azzecca – si vede il figlio grassoccio di un re maya spassarsela alla grande mentre avvengono sacrifici umani in cima alla piramide sacrificale. Il piccolo si è abituato, alla tenera età di circa sei anni, a vedere i sacerdoti strappare il cuore ai prigionieri per poi decapitarli e gioca beato tra teste che ruzzolano lungo la scalinata della piramide.

GIUGNO

Greg Avery, dopo una furiosa campagna di sette anni contro Huntingdon Sciences e dopo essere stato arrestato per due volte, cambia tattica: porta la lotta nel cuore della City e condanna la violenza animalista.

Studia le informazioni che società come Reuters e Bloomberg gli passano, riceve elenchi degli investitori facendosi passare per un potenziale acquirente delle shares di Huntingdon Sciences, e dopo aver ottenuto le liste si muove verso gli investitori individuali che quando vedono i picchetti davanti alle loro case vendono con grande celerità le loro shares. Il partito laburista coinvolto con HLS, davanti alla denuncia di SHAC, produce una ritirata degna del migliore Fantozzi. Essere un investitore con Huntingdon Sciences comporta una perdita di voti notevoli. SHAC agisce nella legalità spiega Avery ai media. Gente dura quella di SHAC, alla domanda di un giornalista: “lasceresti il tuo cane morire per salvare tua madre?” un attivista risponde lapidario: “My mother would have to die” Mia madre dovrebbe morire. E di quello che ha detto Singer sul macaco Greg Avery e i suoi amici se ne fottono altamente. Singer ormai è storia passata.

Il 30 giugno dai patri lidi giunge un ammirabile articolo di Umberto Galimberti sull’usura della terra. Il filosofo scrive che la legge che mantiene la terra è la legge che nella misuratezza lascia perire e nascere le cose. Scrive che “la betulla non oltrepassa mai la sua possibilità e che il popolo delle api abita dentro l’ambito delle sue possibilità” e che “solo la volontà che si organizza con la tecnica fa violenza alla terra e la trascina all’esaurimento”. Parole sante.

LUGLIO

La corte di giustizia Olandese permette ai pedofili di contestare le elezioni. Nasce in Olanda il partito dei pedofili, il PNVD, Carità, Libertà, Diversità. Il nuovo partito si batte affinché l’età di consenso sessuale scenda dai 16 ai 12 anni e - dulcis in fundo - propugna libertà di sesso anche con gli animali. In poche parole: se vuoi fare sesso col tuo cane, perché no? Che cosa gloriosa è la libertà! Un aitante pensionato di Amsterdam, Ad van den Berg, è il capo della nuova aggregazione politica. Tutti si organizzano in partiti, movimenti, lobby meno gli animalisti che per qualche ottusa ragione scelgono l’eterna frammentazione e l’eterno inane chiacchiericcio. Ma SPEAK comincia a riflettere su un cambiamento di direzione politica che si concretizzerà, clamorosamente, nei prossimi mesi.

Nel mese di Luglio si scopre attraverso un sondaggio della NBC che il 59% degli americani non ritengono che i cambiamenti climatici siano molto importanti. Solo il 38% crede che il problema del cambiamento climatico sia un serio problema e solo il 10% pensa che sia frutto del comportamento della nostra specie. Siamo nelle mani di assassini. Se questo non è terrorismo non so cosa sia. Un’ignoranza nefasta sta distruggendo il pianeta. Gli scienziati che sostengono – per interesse – che il cambiamento climatico non dipende dalla nostra specie dovrebbero finire come Goering ed Hess davanti a una futura Norimberga.

Il 20 luglio il Guardian ci informa che la terra sta facendo fronte a un catastrofica perdita di specie. La popolazione dei Great white sharks, i pescecani bianchi è ridotta del 95%, gli orsi polari rischiano un declino del 30% nei prossimi 45 anni, le gazzelle del Sahara sono diminuite dell’80% e in Africa un quarto della totalità dei pesci di acqua dolce rischia l’estinzione. Stiamo distruggendo l’ecosistema urlano a squarciagola gli scienziati. Bush nicchia, Cheney sorride. Il Guardian lancia una possente e insistente campagna in difesa del pianeta che lo rende un quotidiano speciale: chapeau!

AGOSTO

Il 23 agosto l’Observer ci informa che, nel 2006, gli esperimenti sugli animali sono aumentati di 60.000 unità e sono diventati 2 miliardi e 91 milioni. Si è raggiunto il livello più alto dal 1992.

Il 25 agosto 500 scienziati e dottori firmano una dichiarazione di appoggio alla sperimentazione animale spiegando che è virtualmente impossibile dialogare con gli estremisti animalisti. Scrivono, nella petizione, che quando è possibile simili esperimenti dovrebbero essere evitati, che la sperimentazione animale “permette alla gente di avere una miglior qualità di vita” e mettono in guardia il governo che qualora la violenza animalista dovesse persistere sarà impossibile per la Gran Bretagna continuare ricerche “clinicamente” valide.

Sempre in Agosto una mostra a Londra all’Imperial College War Museum celebra gli animali caduti in guerra. Nel 2004 gli inglesi hanno eretto davanti a Hyde Park un monumento agli animali con un mulo e un cavallo bronzei. La dedica dice: “anche noi serviamo.”: la scoperta dell’acqua calda.

SETTEMBRE

Dai patri lidi giunge la notizia delle doppiette italiche in rivolta verso il governo. La notizia si allaccia a ciò che accadrà a dicembre nel Regno Unito. Ventimila cacciatori marciano a Roma contro il decreto legge del 4 agosto che impone alle Regioni il rispetto della normativa europea in materia venatoria. Mi rimbalzano nel cranio le parole che Rutelli disse vent’anni fa: “C’è una Repubblica nella Repubblica ed è quella dei cacciatori; una lobby più potente delle stesse istituzioni” 730.000 cacciatori = 100 milioni di animali uccisi in cinque mesi: la durata di una stagione. Leggo con avidità un reportage sui numi protettori della caccia italica: una lobby con i fiocchi che, senza i timori e le esitazioni delle anime candide, quando si tratta di difendere il diritto a spappolare animaletti inermi si trovano tutti d’accordo. Di Pietro si traveste da cacciatore Rambo per raccogliere qualche misero voto. Lo statista leghista Vascon va a braccetto con la rivoluzionaria rossa Katia Belillo. Tutti “culo e camicia” - tanto per usare un francesismo - senza i tentennamenti che affliggono la cretineria animalista. Noi animalisti davanti ai cacciatori siamo come i soldati del Papa davanti ai lanzichenecchi.

Leggo del compromesso storico strisciante Di Giacomo Rossini democristiano e il nume costruttore dell’Arcicaccia il comunista Carlo Fermariello. Che dolci i democristiani che dopo aver sterminato centinaia di animaletti si prostrano a pecoroni davanti a Padre Pio benedicente!. Leggo dei massacri di De Martino, e provo per il suo rivale storico, Craxi, una simpatia traviata. Quando si tratta di sterminare passeri le ideologie crollano come il muro di Gerico al suono delle trombe venatorie. Leggo degli splendidi bagordi saragattiani quando dopo allucinanti massacri “la banda del buco tanassiana” trangugiava miriadi di poveri animaletti in banchetti schifosamente succulenti! Spaventosa carneficina la definisce Mureddu nel suo libro “Il Quirinale dei presidenti”. E mi immagino prender parte al luculliano banchetto di Saragat anche i mostruosi ministri della marina “l‘abominevole ministro delle navi”, il famoso Licantropo con gli occhi velati di sangue e le mani pelose e il “nonnetto delle tangenti” l’immenso Nicolazzi.

E ora siamo all’infamia più grande: i cacciatori ci informano che spappolando animaletti si difende l’ambiente. Ce lo spiega la dolce Katia Berillo. Domanda da un milione di dollari: ma che ci fa la signora Hack nel partito della Belillo?

OTTOBRE

In un sondaggio della ICM, alla domanda specifica se le religioni causano divisione e guerre tra i popoli l’82% dei britannici rispondono affermativamente. E alla domanda ritenete la Gran Bretagna uno Stato cristiano? Risponde affermativamente solo il 17% dei britannici. Il 62% definisce la Gran Bretagna uno Stato dalle molte fedi.

Il 18 di ottobre Channel Five manda in onda un servizio su Overtoun Bridge, il ponte da dove i cani si suicidano. Se da Dumbarton si prende la A82 e ci si dirige a Balloch si scopre il lago più bello della Gran Bretagna: un posto idilliaco con trenta isole contenute tra rive boscose. Vicino a Dumbarton, ritornando verso Glasgow, c’è una cittadina chiamata Milton dove c’è un ponte di granito: l’Overtoun Bridge. Da quel ponte, in cinquant’anni, sono saltati cinquanta cani cercando la morte. Milton è un luogo di profonda depressione, è il luogo degli sfigati e dei depressi: i suicidi degli uomini sono cresciuti in un anno del 200 per cento, ma i suicidi dei cani sono inspiegabili. Alcuni ricercatori dicono che il ponte sia “haunted” a causa della morte di un bambino scaraventato dal ponte dal padre, altri, invece, affermano che è l’odore dei visoni a spingere i cani a saltare nel vuoto. Sembra un mito canino di Ulisse e le sirene: qualcosa spinge i cani a morire.

NOVEMBRE


A novembre una bomba mediatica esplode: l’Observer denuncia che migliaia di cavalli di razza vengono uccisi dopo il quinto anno di vita per eliminare “inutili” costi. Il settimanale informa la nazione sbigottita che in due macelli specializzati i “knackermen” mettono a morte oltre 5000 cavalli ogni anno. I cavalli giudicati inutili per le corse svaniscono nel nulla. Si consideri che su 1022 cavalli solo 347 vengono considerati in grado di prendere parte a una gara, e che mantenere un cavallo “inutile” può costare 4000 sterline all’anno.

Il capitalismo selvaggio delle corse genera un giro d’affari di un miliardo di sterline. Si pensi che uno stallone di razza vincente riceve per ogni montata – mi si perdoni il nuovo francesismo - 500.000 sterline e che un bestione del genere può ingravidare oltre 200 cavalle. Gli inglesi schifati dall’idea che la carne equina sia commestibile scoprono improvvisamente che il brutale capitalismo anglosassone ha prodotto un ennesimo orrore e mandato in frantumi il mito britannico dell’amore per i cavalli. Scoprono che i cavalli macellati ogni anno nel Regno Unito sono tra i 6.000 e i 10.000 e che la Gran Bretagna ha esportato, nel 2004, 1576 tonnellate di carne principalmente verso la Francia. La carne equina gli inglesi non la mangiano ma la procurano per i detestati cugini, divoratori di lumache e zampette di rane.

Il 23 novembre il partito animalista olandese fa eleggere due dei suoi candidati nel parlamento. E’ la prima volta che un partito animalista riesce ad andare così lontano. C’è da rifletterci.

A maggio incontrai un candidato del PAE (Partito Animalista Europeo) che si era presentato alle elezioni comunali romane del 28-29 maggio. Il giovane candidato senza alcuno aiuto e subendo lo scontato ostracismo dell’animalismo frammentato e letale aveva ottenuto 559 voti. Pochi? Quello che mi colpì furono i voti che prese il M.I.D.A., un’aggregazione di destra, sponsorizzata dall’allora ministro Alemanno (un grande difensore della caccia nostrana), con un capolista dirigente di un servizio veterinario, che ottenne 800 voti contro i 4.020 di Fiamma Tricolore del Romagnoli e i 691 attribuiti al Partito Umanista che è in corsa da una vita. A Emmendingen presso Stoccarda un partito animalista senza fondi aveva raggiunto l’1,23% nelle elezioni del Baden – Wurttenberg. Un livello leggermente inferiore a quello di Mastella che fa il Ministro della Giustizia in Italia e si era attestato, nelle ultime elezioni, sull’1,4 % sia a livello della Camera che del Senato.

Mi sono sempre chiesto se un tentativo ben organizzato e sostenuto da personaggi di spicco non potesse ottenere un voto sorprendente per un partito verde – animalista. Personalmente, per quello che conta il mio parere, sarei per una grande confluenza nei Verdi, ma anche la via del PAE può essere tentata.

DICEMBRE

La notizia della rivolta italica delle doppiette va a braccetto con la rivolta britannica dei cacciatori delle volpi. La grande lobby se ne fotte delle leggi passate dal parlamento. Il giorno dopo Natale sono 250.000 i sostenitori della “caccia alla volpe” per i campi. La legge del paese non riguarda l’aristocrazia terriera, i tofs e gli yuppies. La legge è qualcosa che riguarda i commons, i coglioni come noi. L’Atherston Hunt, infatti, ci informa che il consenso per i cacciatori è aumentato notevolmente e che ci saranno sessanta cavalieri e 3500 deliranti spettatori nella piazza di Market Bosworth e che alle prossime elezioni i tories conquisteranno il potere e che allora la musica cambierà. Si è combattuta una guerra per raccogliere briciole: tanto è potente la lobby venatoria.

Nel frattempo non desistono i cacciatori: se non possono far dilaniare le volpi dai cani utilizzano gli uccelli da preda. Falchi, aquile e aquile reali si manifestano nel Cottsmore, nel Leicestershire e nel Cambridgeshire.

Ad Aprile tutto questo sarà bandito ci informano gli animalisti.

La Countryside Alliance, la lobby dei cacciatori, ci informa che la soppressione della caccia è diventata irrilevante. La League Agains Cruel Sport risponde denunciando che le torme dei cani hanno dilaniato cagnetti trovati per sbaglio tra i campi. L’Hunting Act è entrato in funzione a febbraio del 2005 e considera un’offesa criminale la caccia con i cani, ma se i cani inseguono una volpe e un cacciatore la uccide con una fucilata l’atto è legale.

Malgrado la soppressione la caccia è continuata e 300 hunts sono state eseguite per circa 25,000 giorni. Molte hunts hanno utilizzato aquile reali, aquile e falchi. Il giorno della rivolta di Boxing day ho visto un’immagine di truce tracotanza. Ho visto Jonathan Steel, master dell’ Hunt di Lacock in Lancashire – con le fattezze del Licantropo saragattiano – orgogliosamente eretto sul suo destriero circondato da una massa giubilante che ricordava vagamente il popolo di Mediaset e dello “yuppismo” berlusconiano trionfante. L’aristocrazia terriera, la borghesia e il proletariato rurale, che danno vita al populismo razzista tory, mischiati a un coacervo di nani e ballerine gaudenti. Roba alla Briatore, alla Bettarini, alla Lele Mora, roba da nuovi ricchi, rocchetari fumati e “velinario” nostrano, con un seguito di anime nobili sostenenti, a spada tratta, la tradizione, che va rispettata ad ogni costo. Ma se fosse così si tornerebbe ai normanni, ai servi della gleba e alla cinture di castità…altro che “burqa” afgani!

Negli ultimi giorni dell’anno un altro mito britannico collassa: in Scozia avvelenano, come i delinquenti nostrani, albanelle reali, falconi pellegrini e aquile reali. Si precipita nella logica delle polpette avvelenate umbre e toscane. Dopo il macello dei cavalli gli ornitologi informano i britannici che il 40% dei red kites di Scozia sono stati avvelenati dai gameskeepers per proteggere gli uccelli da preda dei cacciatori. Stessa logica dei cacciatori “deviati” toscani che per proteggere gli animali importati e massacrarli durante la stagione venatoria pensano bene di sterminare le volpi e gli animali da preda con bocconi avvelenati alla stricnina. La Royal Society for The Protection of Birds ci informa che di 395 red kites solo 95 sono rimasti vivi. Dal 1999 al 2003 I gameskeepers hanno avvelenato 300 volatili. Non c’è più religione: stiamo precipitando nel terzo mondo, affermano costernati i britannici amanti degli uccelli da preda.

SPEAK, cambia tattica e decide di “entrare nell'arena politica” e lancia il braccio politico “SPEAK Political” per cercare di conquistare seggi alle future elezioni. L’anarchismo “quaquaraquà” è servito. SPEAK afferma che il braccio politico seguirà una nuova strategia dal momento che ci si è accorti che le strade percorse dai vari movimenti animalisti portano al nulla: sperpero inutile di fondi ed energia. Bisogna andare oltre i ravioli vegani. Allora cambiamento di tattica e nuova strategia di battaglia. Si affronta il problema della sperimentazione e degli altri problemi a livello politico. Condivido pienamente. Le anime belle sussultano. I poltergeist internettiani si sentono traditi. La paccottiglia cialtrona insorge. Il nulla si solleva furioso: ma quella è l’unica via.

Anche gli ultimi della terra i “Dalits”, gli “intoccabili” sono riusciti a muovere montagne attraverso la lobby dei “senza casta” e formando un partito politico. Si sono mossi da soli perché nessuno li aiutava e anche i comunisti indiani non erano disposti a difendere i loro diritti. Si sono dovuti organizzare attraverso la lotta politica e stanno ora cambiando radicalmente il volto pietrificato dell’India. Stanno frantumando le leggi immutabili dei Quattro Varna e della Quinta Appendice trasformando l’ingiusta società.

Ma se i Dalits sono gli ultimi tra gli umani, gli animali sono gli ultimi tra gli abitanti della terra. Occorre una lotta politica e articolata per difenderli, una lotta che trascenda il puro animalismo e che abbracci altri aspetti delle rivendicazioni globali.

Oggi ripensando al pensionato inglese suicida per i pioppi, mi sono ricordato di Jambeshwar il fondatore della setta indiana dei Bishnoi, una comunità di sei milioni di vegetariani situata nell’area del Rajsthan, i cui addetti si fecero massacrare abbracciati ai loro alberi per impedirne l’abbattimento. Amrita Devi e 362 Bishnoi morirono tre secoli fa per salvare gli alberi dalla scure dei boscaioli. I Bishnoi sapevano della relazione sinergica tra esseri viventi e ambiente, e sapevano che gli umani sarebbero dovuti essere i garanti di questo equilibrio del quale in Occidente parlano filosofi come Umberto Galimberti e Guido Ceronetti, un altro grande difensore degli esseri senzienti esposti all’inaudita violenza dell’uomo

E mi sono detto: bisogna difendere con ogni mezzo, ripeto, con ogni mezzo, il pianeta e i suoi abitanti da chi li opprime e li distrugge.

Paolo Ricci
Fonte: www.liberazioni.org
Link: www.liberazioni.org/ra/ra/xregnounito.html
12.01.07

Sunday, January 28, 2007

PERCHE' NON SOSTENERE L'ALF, PERCHE'?













"Il mondo va avanti solo a causa di quelli che si oppongono" Goethe

Io sostengo il Fronte di Liberazione Animale (ALF). Io sostengo la distruzione della proprietà che appartiene alle industrie che massacrano animali e violentano il pianeta. Da quando gli attrezzi di morte e di devastazione cadono al di fuori del campo di azione di un attacco legittimo? Io non credo che la distruzione di proprietà sia violenza, ma anche se lo fosse, questa violenza è difendibile in certi casi ed io difenderò sempre la violenza minore rispetto a quella più grande.

Origini e filosofia di ALF

"Noi siamo una organizzazione di guerriglia non violenta, che si dedica alla liberazione degli animali da tutte le forme di crudeltà e persecuzione causate dall'umanità." Ronnie Lee, fondatore di ALF
"Non fare del male al nostro umile fratello è il nostro primo dovere, ma stare fermi non è sufficiente. Noi abbiamo una missione più alta - essere al loro servizio ogni volta che lo richiedono" Francesco di Assisi

ALF prende origine in Inghilterra, negli anni settanta, dal movimento che si era prefisso lo scopo di sabotare la caccia. Gli attivisti anticaccia, sistematicamente aggrediti e incarcerati, modificarono il loro tipo di azione, passando da forme legali di lotta a forme illegali di sabotaggio.
Un raggruppamento di 'sabotatori della caccia', noto come la "Band of Mercy" (Banda della Pietà), ampliò i propri obbiettivi prendendo di mira anche altre industrie di sfruttamento degli animali come quelle che attuavano la vivisezione ed iniziò ad usare l'incendio doloso come un mezzo efficace per distruggere queste proprietà. Nel 1974, due dei suoi leader furono arrestati e rilasciati un anno più tardi. Uno collaborò e lasciò il movimento, mentre l'altro, Ronnie Lee, elaborò ulteriormente il suo pensiero di condanna dando origine ad un nuovo gruppo militante-estremista, chiamato Fronte di Liberazione Animale, che avrebbe cambiato per sempre l'immagine della lotta di azione diretta. ALF emigrò negli Stati Uniti nei primi anni 80 ed è ora un movimento internazionale presente in più di venti paesi.

ALF è un insieme scarsamente associato di gruppetti di persone che agiscono in incognita violando la legge in favore degli animali. Irrompono nelle "prigioni" (un termine eufemistico impiegato per designare i " laboratori" di ricerca e cose simili) per liberare gli animali, e distruggono anche la proprietà al fine di prevenire un ulteriore danno agli animali e indebolire economicamente le industrie dello sfruttamento. Gli orientamenti ufficiali di ALF sono:

(1) liberare gli animali dai luoghi di abuso;

(2) infliggere un danno economico alle industrie che traggono profitto dallo sfruttamento degli animali;

(3) rivelare gli orrori e le atrocità commesse contro gli animali dietro le porte chiuse, e

(4) cautelarsi contro eventuali danneggiamenti di esseri umani o degli animali non umani. Chiunque segua questi orientamenti, ed è vegan, appartiene ad ALF.

Nonostante le incriminazioni delle industrie che sfruttano gli animali, dello stato, e dei mass media, ALF non è un'organizzazione "terrorista"; piuttosto è un'arma contro-terrorista e la forma più nuova di combattenti per la libertà. Non si comprendono affatto se li si paragona ad Al Qaeda o alla guardia repubblicana di Saddam Hussein, in quanto somigliano piuttosto alla "Underground Railroad", ai combattenti ebrei della resistenza anti-nazista, o agli attuali movimenti pacifisti e per la giustizia.
Offrendo cure veterinarie e casa per molti degli animali che vengono da loro liberati (come ad esempio i visoni che liberati dalle gabbie tornano nell'ambiente selvatico), ALF si modella come il movimento americano della Underground Railroad che ha aiutato gli schiavi fuggitivi a raggiungere gli Stati Liberi ed il Canada, o come i combattenti per la libertà nella Germania nazista che liberarono prigionieri di guerra e vittime dell'olocausto e distrussero le attrezzature che i nazisti usavano per torturare ed uccidere le loro vittime. Allo stesso tempo, ALF somiglia decisamente ad alcuni dei grandi movimenti di combattenti per la libertà dei due secoli passati, ed è simile ai pacifisti contemporanei e ai movimenti per la giustizia nel loro tentativo di porre fine allo spargimento di sangue e alla violenza verso la vita, cercando così di portare giustizia per ogni specie.

Ci sono realmente veri terroristi nel mondo di oggi, ma non sono gli ALF. I criminali più violenti e pericolosi occupano la posiziona di vertice negli uffici statali e nelle corporazioni degli Stati Uniti; loro sono i maggiori responsabili dello sfruttamento delle persone, del massacro di animali e del saccheggio del pianeta.

Una Storia di Due Sistemi

"Il potere non concede niente senza una richiesta. Non lo ha mai fatto e non lo farà mai" Frederick Douglass

"Anche votare per la cosa giusta è come far niente per essa. E' solo esprimere debolmente ad altri uomini il tuo desiderio di ciò che dovrebbe prevalere. Un uomo saggio non lascerà la cosa che ritiene giusta in balia della misericordia dell'opportunismo, né si augura di ottenerla attraverso il potere della maggioranza" Enrico David Thoreau

La storia americana ha due tradizioni politiche principali.
In primo luogo, c'è il sistema "indiretto" della democrazia rappresentativa" per mezzo della quale i cittadini delegano le loro necessità e volontà a funzionari, statali e locali, eletti, la cui sola funzione è "rappresentarli" nel sistema politico e legale. I "dati di uscita" del sistema - le leggi - riflettono i "dati di ingresso" – interessi e volontà del popolo. Questa immagine vignettistica della democrazia liberale, riprodotta fedelmente di generazione in generazione, in manuali e in dissertazioni di apologisti dello stato e dei media, è in realtà un falso in quanto le forze economiche e politiche più potenti cooptano gli eletti che finiscono con il rappresentare gli interessi del potente invece che del debole.
Dall'aver compreso che lo stato non è proprio un arbitro neutrale nella competizione tra interessi diversi ma viceversa esiste per far avanzare gli interessi di élite economiche e politiche, e che la "democrazia pluralistica" è il miglior sistema che il denaro può comprare, è emersa una seconda tradizione politica, quella dell'azione diretta.
I fautori dell'azione diretta sostengono che il sistema indiretto della democrazia rappresentativa è irrimediabilmente corrotto dal denaro, dal potere, dal nepotismo, e dal privilegio. Facendo appello alle lezioni che la storia ci fornisce, gli "attivisti diretti" insistono nel sostenere che uno non può vincere le lotte di liberazione attraverso l'istruzione, la persuasione morale, le campagne politiche, le dimostrazioni, o mettendo solo in campo qualsiasi altra forma di azione legale e pubblicizzata. I movimenti di azione diretta inoltre ignorano ogni sforzo teso ad influenzare lo Stato e che ha come fine quello di confrontarsi con personaggi del potere sociale e dell'oppressione con i quali è in atto una sfida.

Le tattiche di azione diretta possono variare estesamente, spaziando da sit-in, scioperi, boicottaggi, attacchi a siti web, attacchi tramite e-mail e telefoni, dimostrazioni, incendi. L'azione diretta può essere legale come con le dimostrazioni contro un vivisettore, o illegale come nel caso delle tattiche di disubbidienza civile tipo quelle attuate da Mohandas Gandhi e da Martin Luther King Jr. L'azione diretta illegale inoltre può essere non violenta o violenta; può rispettare la proprietà privata o distruggerla.

Mentre l'azione indiretta può determinare l'insorgere di forme di passività e di dipendenza da altri al fine di ottenere un qualche desiderato cambiamento, l'azione diretta tende a essere più coinvolgente e ad autopotenziarsi. Nelle parole di un anarchico del diciannovesimo secolo, Voltairine de Cleyre, "Il male di riporre la propria fiducia nell'azione indiretta è di gran lunga maggiore di qualsiasi minimo risultato ottenibile. Il principale male è che essa distrugge l'iniziativa, estingue lo spirito individuale ribelle, ed insegna alle persone a contare su qualcun altro per fare quello che loro stessi dovrebbero fare. Le persone devono imparare che il loro potere non giace nella forza del loro voto ma nella loro capacità di fermare la produzione".

Chiunque condanni in modo rapido le tattiche poste in atto da ALF avrebbe bisogno di una lezione di storia e di un controllo sulle sue capacità di logica. Come lo scrittore James Goodman sottolinea "L'edificio intero della democrazia liberale occidentale – dai diritti democratici al parlamento rappresentativo, alla libertà di parola – si fonda su precedenti atti di disubbidienza civile. Gli anti-colonialisti americani nel 1770 coniando il motto "nessuna tassa senza rappresentatività", i rivoluzionari francesi nel 1780 che richiedevano 'fraternità, uguaglianza e libertà'; i Cartisti inglese nel 1830 che richiedevano la "Carta del Popolo", le suffragette del 1900 che richiedevano il voto alle donne, il movimento di disubbidienza di Gandhi che richiedeva lo "Swaraj auto-governo", tutti questi erano movimenti di disubbidienza civile, e hanno plasmato le tradizioni politiche che noi viviamo oggi"

Dalla Boston Tea Party alla Underground Railroad, dalle suffragette al Movimento per i Diritti civili; dalla resistenza alla Guerra nel Vietnam alla Battaglia di Seattle, le lotte e i movimenti fondamentali nella storia americana hanno messo in atto tattiche di azione diretta ed illegale per richiedere diritti umani e libertà. Più che rappresentare una rottura nella tradizione bucolica della Legge Naturale che guida la Ragione degli uomini e delle donne di oggi e più che portare la Giustizia sulla Terra in modo pacato e graduale, gli attuali movimenti per la liberazione degli animali e della Terra sono una continuazione della tradizione americana sui diritti, sulla democrazia, sulla disubbidienza civile, e sull'azione diretta, in quanto diffondono la lotta ad un vasto gruppo di sostenitori.

Il progresso morale non funziona soltanto attraverso spinte gentili o azioni di persuasione. La società è intrinsecamente conservatrice, e il cambiamento è bloccato dalla corruzione dei potenti o dall'apatia dei deboli. La società deve talora essere spinta nel futuro, e la giustizia deve essere spinta forzatamente oltre le barricate dell'ignoranza e del compiacimento dalle persone più illuminate del tempo. All'interno di questa struttura, l'azione diretta e la disubbidienza civile sono i catalizzatori fondamentali per il cambiamento.

Il Razionale della Resistenza

"Il Fronte di Liberazione della Terra comprende che la spinta al profitto, causata e rinforzata dalla società capitalista, sta distruggendo ogni vita su questo pianeta. L'unico modo, a questo punto, per fermare questa progressiva distruzione della vita è, con tutti i mezzi necessari, slegare la spinta al profitto dall'assassinio" ELF Website

"Noi siamo filosoficamente molto pericolosi. Parte del pericolo è che noi non viviamo nell'illusione che la proprietà vale più della vita. Noi portiamo questa pazza priorità alla luce e questo è qualcosa a cui il sistema non può sopravvivere" David Barbarash, primo portavoce di ALF

Il Dott. Martin Luther King Jr. parlò dell'azione diretta come della "nuova e meravigliosa militanza del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti". Nel suo celebre discorso del 1963 "I have a dream", attaccò la "droga tranquillizzante della gradualità" ed esortò all'azione diretta non violenta, immediata e forte. Essendo stato definito molte volte con l'etichetta di "estremista", King imparò a portarla come un distintivo di onore, proclamandosi un estremista dell'amore ed un passionista della giustizia.

La difesa dell'azione diretta e della disubbidienza civile si base sulla distinzione tra quello che è legale e quello che è etico, tra la Legge e il Diritto.
C'è una moltitudine di testi dove i codici legali violano i codici dell'etica e della giustizia, come quelli della Germania nazista, della schiavitù americana, e della segregazione razziale nel Sud Africa. In tali situazioni, non solo è legittimo contravvenire alla legge, ma obbligatorio. Nelle parole del Dott. King: "io mi convinsi che la non cooperazione con il male è un obbligo morale tanto quanto la cooperazione con il bene".

Le vere forze dell'etica e della giustizia hanno determinato il costituirsi di gruppi come la resistenza ebraica, Harriet Tubman e la Underground Railroad, Gandhi ed il movimento di indipendenza indiano, le Sufragette, Rosa Parks, Martin Luther King ed il movimento per i diritti civili, e Nelson Mandela ed il Congresso Nazionale africano (ANC). Tutti quanti hanno rotto con la legge, ed hanno distrutto le proprietà del nemico; gli attivisti furono colpiti, incarcerati, uccisi, e denunciati come estremisti o perfino come "terroristi".

E ora chi obbietta che le loro azioni erano sbagliate? Oggi abbiamo acclamato Nelson Mandela come un grande eroe, ma lui e l'ANC usarono la violenza per vincere la battaglia per la loro libertà. Molte persone dimenticano che le famose sufragette inglesi usarono l'incendio doloso in Inghilterra e impiegarono l'uso di ordigni in America per giungere all'emancipazione delle donne. Nessun movimento che ha lottato per un cambiamento sociale ha avuto successo senza che esistesse una frangia integrale, senza disubbidienza civile, senza distruzione di proprietà, e allora perché dovremmo aspettarci qualcosa di diverso nella lotta per la liberazione degli animali?

Seguendo la filosofia non violenta di Gandhi ed il movimento americano per i diritti civili, ALF ritiene che vi sia un diritto superiore e una legge morale che trascende i capisaldi corrotti e parziali del sistema politico. Quando la legge è sbagliata, la cosa corretta da fare è trasgredirla. Questo è il modo con cui spesso si è ottenuto progresso sociale nella storia, dalla sfida degli schiavi americani ai sit-in contro i 'locali per soli bianchi' in Alabama. Distruggendo la proprietà di chi opprime gli animali, ALF contrasta la futura distruzione della vita e rende più costosa l'opera delle industrie del salasso.

Gli oppositori all'azione diretta, tipicamente quelli con interessi rivestiti dai paramenti sacri dello status quo, credono che le azioni illegali minino la regola imposta dalla legge e vedono la disubbidienza civile come una minaccia all'ordine sociale. Fra l'altro, questa loro visione presuppone che il sistema in atto sia legittimo o che non possa essere migliorato. Dipingono gli attivisti diretti come persone che non hanno alcun rispetto verso la legge, mentre sono proprio gli attivisti quelli che hanno maggior riguardo per lo spirito della Legge e per la sua relazione con la Giustizia rispetto a quelli che amano feticisticamente l'ordine politico per proprio tornaconto. I campioni del rifiuto dell'azione diretta sono quelli fedeli verso l'ordinamento giuridico in modo acritico. La legge è, per parafrasare Karl Marx, l'oppio del popolo, e l'obbedienza cieca alle leggi e al decoro sociale condusse milioni di ebrei tedeschi alla loro morte con pressoché nessuna resistenza. L'ordinamento giuridico è una struttura per assorbire l'opposizione ed incitare alla paralisi per dilazione.




Così, è importante riconoscere che l'azione diretta non è una carta bianca per l'"anarchia politica" nel senso stereotipato del disordine e della completa mancanza di leggi. La massima di Thoreau secondo la quale uno dovrebbe rispettare la propria coscienza piuttosto che una legge ingiusta è un buon inizio per il pensiero critico e autonomo, sebbene possa anche rappresentare una formula per l'uso della violenza e per legittimare l'omicidio per una causa. ALF è invece retta dal pensiero che comunque grande sia la propria rabbia, nessun essere umano debba mai essere danneggiato nella lotta per la liberazione di altri, e che solo il danneggiamento della proprietà rappresenti un mezzo necessario per raggiungere il fine della liberazione animale.

Siamo onesti: i veri delinquenti sono le società per azioni come la Enron e lo stesso governo americano, che non solo trasgredisce determinate leggi ma perfino la stessa Costituzione in nome della Sicurezza Interna. Per quelli che si dilettano a scoprire le attuali correnti anti-americaniste si tengano lontani da ALF e rivolgano invece lo sguardo ai più grandi mediatori legali della terra come John Ashcroft e il presidente Giorgio W. Bush.

Azione diretta e ALF

"La pompa non funziona perché i vandali hanno preso i manici." Bob Dylan “Subterranean Homesick Blues”

Attivisti di ALF e di ELF hanno adottato ed espanso le tradizioni nobili dell'azione diretta e della distruzione della proprietà nelle lotte americane per la libertà e la democrazia. Oltre alle forze che si oppongono alla globalizzazione, le battaglie più calde oggi si combattono sul fronte della politica ambientale. C'è un nuovo tumulto sociale negli Stati Uniti perché i movimenti ecologisti e per i diritti degli animali hanno trovato la loro propria "nuova e meravigliosa militanza".

I nuovi movimenti di azione diretta sono emersi a causa di una situazione di grave peggioramento delle condizioni di vita degli animali e dell'ambiente, oltre che per dinamiche interne che hanno portato ad un maggior radicalismo nei movimenti ambientalistici e di liberazione degli animali. All'interno del movimento per la difesa degli animali, si può notare uno spostamento dell'asse dalla richiesta di diritti alle azioni di ALF; come nel movimento ecologista vi è una transizione dalla ricerca di riforme all'ecologia radicale di ELF. Inoltre, in ogni movimento si stanno sviluppando nuove fazioni che ora difendono apertamente la violenza, come noi abbiamo visto negli attentati del 2003 contro le industrie Chiron e Shaklee da parte delle Cellule Rivoluzionarie che avvertirono che "questo rappresentava la fine dei giochi per gli assassini degli animali, e che non saranno più prese mezze misure".

Noi stiamo assistendo all'alba di una nuova guerra civile tra quelli che uccideranno fino all'ultimo ogni cosa vivente per il loro potere e profitto, e quelli che si stanno preparando a lottare contro questi maniaci assassini con i denti e le unghie. Questa è una guerriglia, combattuta da eco-guerrieri che vanno nascosti, con maschera e passamontagna, di notte, a colpire con il sabotaggio. Come risulta evidente dalla guerra in Vietnam e da quella in corso in Iraq, non è una guerra che il governo americano sa affrontare e che forse non può vincere. Attraverso la guerriglia, David può sconfiggere Golia.

ALF sostiene che gli animali hanno diritti, e che questi diritti superino quelle della proprietà. Così, ALF non "ruba" gli animali dei laboratori in quanto essi non possono avere proprietari. Il vero furto avviene quando gli sfruttatori rubano la loro libertà e la loro vita, mentre ALF salva, ripristina, e libera.
ALF non commette un'ingiustizia; anzi elimina un'ingiustizia verso la vita. Per ALF, se la proprietà è usata per recare danno o porre fine alla vita, è legittimo distruggerla per proteggere quella vita. Questo non è vandalismo o teppismo perché ha un scopo alto e morale -- è sabotaggio etico.

Per ALF, la vita ha più valore della proprietà, mentre la proprietà dal punto di vista capitalista è sacra e la vita è profana. Le industrie e i rispettabili uomini d'affari che sfruttano gli animali e la terra possono massacrare miliardi di animali e possono abbattere foreste tropicali, mentre coloro che sfidano il loro diritto vengono vilipesi come "terroristi". Attraverso la nazione, sono state promulgate nuove leggi che permettono la registrazione video degli abusi nei laboratori e i crimini vergognosi commessi dagli allevatori, ma i legislatori trovano perfettamente accettabile la barbara crudeltà verso gli animali e difendono il diritto delle industrie a torturare ed assassinare la loro "proprietà vivente."

Secondo la definizione ufficiale dell'FBI," l'eco-terrorismo è un crimine commesso per salvare la natura." Questa frase parla più di qualsiasi altro lungo discorso riguardo la società capitalistica e la sua mentalità di dominio: le azioni per salvare la natura sono classificate come azioni criminali mentre quelle che distruggono la natura sono santificate da Dio e dalla Bandiera.

Per il fatto che gli animali hanno diritti e che questi diritti sono superiori a quelli della proprietà, io ritengo che quelli di ALF non siano "terroristi" come demonizzato dalle industrie di sfruttamento degli animali, dallo stato e dai mass media, ma piuttosto degli anti-terroristi e che rappresentino la forma più recente di combattenti per la libertà.
Come il movimento di resistenza ai nazisti, distruggono le attrezzature per la tortura e l'omicidio; come la Ferrovia Sotterranea, liberano schiavi e li trasportano nella libertà. Come altri attuali movimenti di lotta per i diritti umani, cercano la pace e la giustizia.

Mentre gli abolizionisti bianchi raggiunsero rapporti di empatia e solidarietà tra razze diverse, così ALF lo raggiunge tra specie diverse. A causa di istituzioni trincerate nello sfruttamento e nello specismo, questa sarà la più difficile lotta di liberazione mai intrapresa. Ma è indiscutibilmente la più importante perché gli steccati trascendono gli interessi specifici di gruppo per coinvolgere tutte le specie ed il futuro della vita su questo pianeta.

Sulla violenza ed il terrorismo

"È uno strano tipo di organizzazione terroristica quella che non ha ucciso nessuno" The Observer

"Un uomo che dovesse chiamare tutte le cose con il loro giusto nome attraverserebbe difficilmente le strade senza essere abbattuto come un comune nemico" Giorgio Savile, Marchese di Halifax


Ma ALF non è un'organizzazione violenta? Non perpetuano infatti il "terrorismo"? I termini "violenza" e "terrorismo" non sono quasi mai definiti dai critici di ALF, e quando ne specificano in qualche modo il significato, le definizioni sono chiaramente errate e di comodo, tanto che la vera violenza ed il vero terrorismo - atti commessi e sostenuti dal complesso stato-corporazioni – sono tagliati fuori per mezzo di considerazioni e trucchi semantici.

Se violenza è infliggere intenzionalmente un danno fisico ad un'altra persona, allora come può uno "far male", "abusare" o "ferire" una cosa non-senziente, che non sente il dolore o che non ha consapevolezza di alcun genere? Come si può essere "violenti" verso un furgone o un "terrorista" contro dei beni strumentali? Come si può far male o terrorizzare un laboratorio o un industria della pelliccia con la vernice spray o con bombe incendiarie?

Assolutamente impossibile – a meno che uno non ne sia proprietario o in qualche modo interessato. Le persone le cui case, macchine, o uffici sono danneggiate possono avvertire paura, ansia, e trauma. Gli affari, la ricerca, o le carriere possono essere rovinati, e possono subire danni psicologici, economici, professionali, e di altro tipo.
Ovviamente, ciò non è una buona cosa dal punto di vista di una vittima di ALF come un vivisettore, un allevatore o un industriale della pelliccia. Ma è giusto chiamare violenza un sabotaggio? Forse se si vuole comprendere nella definizione anche aspetti generali e psicologici, qualcosa come i "traumi mentali", ma chiunque può tranquillamente obiettare che quel sabotaggio è una minima violenza comparata a quello che cerca di prevenire, o che non è semplicemente violenza, o che certa violenza, incluso attacchi fisici contro persone umane, è accettabile e legittima in una guerra contro i guerrafondai.

Perché sia accettabile una definizione di violenza, essa deve considerare il concetto di "persona" – qualsiasi essere senziente e qualsiasi "soggetto di una vita". Siccome gli animali sono non solo senzienti, ma anche esseri psicologicamente e socialmente complessi, ne risulta che sono dei soggetti in modo significativo come lo sono gli esseri umani. Così, ogni danno ad un animale dovrebbe essere considerato danno ad una persona, e quindi violenza.

Come il termine "comunismo" negli anni cinquanta, "terrorismo" è la parola oggi più abusata nel vocabolario inglese. Nell'era del Patriot Act dove tutte le forme di dissenso sono denunciate come terrorismo, ed il terrorismo è definito come un tentativo di intimidire o influenzare il governo, il termine corre il rischio di perdere qualsiasi significato. Definito obiettivamente, il terrorismo comporta tre condizioni chiave, e cioé: (1) un atto intenzionale di violenza fisica, (2) diretto contro civili innocenti, non-combattenti, o "persone" (umane e non-umane) (3) per scopi ideologici, politici, o economici.

Tipicamente, tutti quelli che vilipendono i sabotatori come dei "violenti" giungono a legare il concetto a quello di "terroristi", non riuscendo a comprendere che ci sono importanti differenze nell'usare la violenza in modi moralmente legittimi, che vanno dall'autodifesa ad una "guerra giusta".
ALF non è un'organizzazione terrorista perché (1) non feriscono mai fisicamente le persone, e (2) non designano mai come bersaglio una persona qualunque ma solo quelli coinvolti direttamente nella guerra contro gli animali.

Diciamoci pure la verità, uno può usare la violenza in modi moralmente legittimi in condizioni che variano dall'autodifesa ad una" guerra giusta." Uno potrebbe dire plausibilmente che ALF agisce in difesa dell'indifeso, che sono combattenti di una guerra giusta, e che gli sfruttatori di animali sono obiettivi militari e legittimi. I pacifisti ritengono che i metodi non violenti di resistenza possono risolvere tutti i principali conflitti sociali (gli animali non possono) e che una vita umana ha un valore assoluto (quella degli animali no). Filosoficamente parlando, uno deve chiedersi che genere di valore assoluto è legato alla vita di un assassino vizioso come un membro dell'infame Club Safari che vince premi per "mettere nel carniere" specie in via d'estinzione in confronto alla vita degli elefanti rari, leoni, e gorilla uccisi da questo bastardo. Perché dovrebbe essere protetto il diritto ad uccidere e non il diritto ad un animale di vivere, e questo secondo il codice della nonviolenza?

Con superficialità, il complesso stato-corporazioni usa termini quali "violenza" e "terrorista" come una cortina fumogena, così da mascherare la vera violenza e il terrorismo, diretti dai loro quartieri generali, e legittimare la loro guerra contro il dissenso. Una volta che lo stato cattura il suo bersaglio nel reticolo semantico, possono tirare il grilletto della repressione politica.

Contro l'ipocrisia

"Nel nostro tempo, i discorsi e gli scritti politici sono in gran parte la difesa dell'indifendibile." Giorgio Orwell

"La domanda non è se saremo estremisti, ma che genere di estremisti saremo. La nazione ed il mondo hanno un pressante bisogno di estremisti creativi" Dott. Martin Luther King Jr.

Crimini di proporzione enorme sono commessi contro gli animali, crimini che l'ordinamento giuridico ignora. ALF esiste perché il dialogo pacato non funziona per portare ad un cambiamento sociale; sono persone che diffidano del sistema, che arrecano danno quando la vita arreca danno, e che sentono l'urgenza della crisi e vogliono rapidamente agire.

Saresti contento di scrivere lettere ai parlamentari o ai giornali se un membro della tua famiglia fosse chiuso a chiave e torturato in un laboratorio? Non irromperesti per liberarlo se tu potessi e non distruggeresti la proprietà così da impedire che altri subiscano la stessa sorte? Non libereresti il cane del tuo vicino di casa se fosse maltrattato e la polizia locale fosse indifferente? Non cercheresti e distruggeresti le trappole messe da un sadico che uccide gatti per piacere? Ti opporresti alla distruzione di miglia e miglia di reti che uccidevano tutto nel mare compreso i delfini?

Vuoi attribuire delle colpe agli ebrei della resistenza che colpivano i nazisti e distruggevano i forni come potevano? Se si sostiene quel genere di lotta e quella distruzione della proprietà, perché non sostenere ALF? Il motivo è che quelli erano gli anni quaranta mentre adesso siamo nell'oggi? E' perché quella era la Germania e noi siamo gli Stati Uniti? O è perché quegli atti erano messi in atto in difesa delle persone umane mentre ALF difende persone non-umane? È perché ti consideri uno specista che privilegia gli interessi umani su quelli non-umani senza alcun motivo logico per far questo? È veramente con la tattica che non sei d'accordo o con la specie che viene difesa? Così come i carnivori pagano i lavoratori dei macelli per fare per loro il lavoro sporco, gli attivisti per i diritti animali hanno ALF che fa per loro il lavoro pericoloso. ALF dovrebbe essere rispettata e apprezzata per i soldati coraggiosi che la costituiscono.
Mutamenti sociali significativi non possono essere il risultato di una o più tattiche da sole, bensì di tutte le strategie e tattiche possibili. Il movimento per i diritti degli animali ha bisogno di persone che scrivano lettere, che lavorino con "rappresentanti" locali e statali, che educhino gli studenti, che propagandino l'alimentazione vegan, che dimostrino, protestino e così via. E ha bisogno anche di una sottostante azione diretta.
Se vuoi bene agli animali, se rispetti i valori della pace, della libertà e della giustizia, se hai a cuore il progresso morale umano, se apprezzi la logica, allora dovresti sostenere ALF.


Versione originale:

Dr. Steven Best (*)
Fonte: www.drstevebest.org
Link: http://www.drstevebest.org/papers/vegenvani/support_ALF.htm

Versione italiana:

Fonte: www.comedonchisciotte.org
Link http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1297

Traduzione di www.comedonchisciotte.org




(*) Steven Best, Associate Professor and Chair of Philosophy, earned his B.A. in philosophy at the University of Illinois, Champaign-Urbana, his M.A. at the University of Chicago, and his Ph.D. at the University of Texas, Austin. He teaches modern humanities, critical thinking, ethics, social philosophy, nineteenth and twentieth century philosophy, animal rights, environmental theory, postmodern theory, and philosophy of science and technology. He has published books and dozens of articles and reviews in the areas of philosophy, cultural criticism, mass media, social theory, postmodern theory, and animal rights. He serves on the editorial board of numerous journals such as Democracy and Nature, Organization and Environment, and the Journal of Organizational Change Management. He is a featured writer for Impact Press. He is a founding member of the Center on Animal Liberation Affairs. He is also very active with community groups. He is President of Stop Animal Neglect and Exploitation (SANE), Vice President of the Vegetarian Society of El Paso, and has his own radio show, Animal Concerns of Texas (ACT).

Monday, January 22, 2007

La vivisezione tra metodologia e politica




La critica della vivisezione deve molto sia a quei laici che, entrati in contatto casualmente con la realtà degli esperimenti su animali, si sono interrogati sulla sua legittimità (in primo luogo etica), sia ad alcuni medici e ricercatori che a un certo punto della propria carriera hannoripensato, in quanto scienziati, una pratica in cui erano stati coinvolti direttamente o indirettamente.

Il caso di Pietro Croce è esemplare. La lettura di Imperatrice nuda, la grande
requisitoria di Hans Ruesch apparsa nel 1976 in Italia, lo fece tornare con maggior
decisione su dubbi nati durante la sua lunga attività di sperimentatore biomedico. Il
primo capitolo di Vivisezione o scienza? Una scelta (1981), si intitola, non a caso,
“Sulla via di Damasco”. Croce ebbe il coraggio di rim ettere in discussione il lavoro di «molti anni», e di riconoscere nell’im postazione fino ad allora seguita un «errore metodologico».

Sono pochi gli scienziati, in qualsiasi settore e ancor meno in campo medico, capaci di una tale inversione di rotta, e in effetti di mettersi in rotta di collisione con la gran massa dei colleghi.
Molti attivisti, anche animalisti in buona fede, svolgono un’azione debole e inefficace contro la vivisezione in gran parte a causa dell’incom prensione della natura metodologica della controversia.

Il libro di Croce è stato tradotto in varie lingue, e la sua riedizione in inglese ebbe l’onore diuna recensione m olto positiva sul British Medical Journal nel 2001. Di questa favorevole accoglienza nel mondo anglosassone i media nostrani non hanno fatto parola – troppo impegnati ad annunciare le cure miracolose che gli esperimenti su topi o conigli preparerebbero a un futuro sempre più ipotetico.

L’industria chimica-farmaceutica è riuscita a far riconoscere dalla legge gli esperimenti su animali come sufficienti ad assolverla da ogni responsabilità per quello che succede dopo – dalla prima fase della sperimentazione clinica (quella che avviene soprattutto su volontari sani) fino alla commercializzazione. Ciò prova definitivamente la sua straordinaria capacità di influenzare le scelte legislative. Questo è il vero problema politico che gli antivivisezionisti si trovano davanti, non i presunti “accordi internazionali” che im pedirebbero alnostro governo diprendere iniziative concrete.

La situazione è del tutto analoga a quella che si verifica in campo ambientale. Anzi, la tutela della salute um ana e anim ale è un caso particolare di tutela dell’am biente. I nemici sono gli stessi, e i movimenti e partiti di sinistra, gli animalisti, le associazioni ecologiste e di difesa dei consumatori possono trovare qui una grande opportunità di azione congiunta e vincente.

Marco Mamone Capria
Matematico ed epistemologo, Università di Perugia
Convegno-conferenza stampa del 14.12.06 – Roma – Palazzo Marini

Fonte
14.12.06

Saturday, January 20, 2007

"Questa è la cosa più divertente che abbia mai visto in vita mia"











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Che Cosa ci guadagnano gli animali se divento vegetariano ?

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Friday, January 19, 2007


Il maiale che cantava alla luna

Il libro di Jeffrey Moussaieff Masson, "Il maiale che cantava alla luna - La vita emotiva degli animali da fattoria" (Ed. Il Saggiatore), e' un libro toccante, ma rigorosamente scientifico e logico: d'altra parte e' proprio sulla logica, e sul senso di giustizia che ciascuno di noi dovrebbe avere dentro, che si fonda la considerazione che tutti gli animali sono uguali, senzienti, e che non c'e' alcuna giustificazione a tenerli prigionieri e ucciderli per i piaceri del nostro palato.

Il libro esamina approfonditamente i comportamenti, la "storia", le abitudini delle varie specie animali che vengono normalmente allevate al fine di essere macellate (o di produrre latte e uova, e poi essere comunque macellate). E fa capire, ai tanti che ancora non l'hanno capito, come ciascuno di questi animali sia un essere sensibile, intelligente, la cui specie ha maturato nel corso dell'evoluzione comportamenti e modi di gestire la propria "societa'".

La posizione del libro, come l'autore stesso sostiene, e' "radicale", nel senso che egli non ammette giustificazioni di sorta all'uccisione degli animali, giustificazioni che tanti cercano, pronti ad arrampicarsi sugli specchi e a sostenere tesi assolutamente illogiche e ben poco oneste, pur di potersi mangiare un panino al prosciutto "con la coscienza a posto".

L'autore afferma infatti nell'introduzione:

E' sbagliato che un animale da fattoria viva bene, che la sua esistenza si concluda con una morte indolore e che venga poi usato per nutrire degli esseri umani? Molte persone risponderebbero che non lo e'. Io invece ritengo che valga la pena di chiedersi, per prima cosa, con che criterio si stabilisce che cosa significhi vivere bene per un animale da fattoria. Naturalmente abbiamo tutti una certa idea di che cosa potrebbe significare. Tuttavia, a parte i difensori dell'industria, pochi sarebbero pronti a sostenere che una comune mucca da latte conduca una vita felice. Pensiamo a una mucca a cui sono sotratti i vitelli alla nascita, e che poi viene munta intensivamente per alcuni anni. E' mantenuta costantemente gravida per garantire una produzione continua di latte, ma non le viene permesso di tenere il suo vitellino. Alla fine, invecchiata prima del tempo, quando la sua utilita' e' in declino, viene uccisa, ben prima di aver raggiunto il termine naturale della sua esistenza. Si puo' dire che questa mucca ha condotto una vita felice?".

L'esempio della mucca e' particolarmente toccante, perche' va a colpire un aspetto primario del mondo emotivo degli animali: l'amore, l'attaccamento di un animale, di qualsiasi specie sia, per il suo cucciolo.


Aggiunge infatti l'autore:

Se credete che una mucca non ripensi mai al proprio vitello, chiedete a qualsiasi allevatore per quanto tempo un vitellino appena nato e sua madre si chiamano a vicenda. Un allevatore mi ha detto che finche' possono vedersi gridano fino a perdere la voce, senza sosta.

Altra riflessione importante e' quella sull'animale considerato come "merce" e sul fatto che far "vivere bene" gli animali sia solo una scusa che accampa chi antepone le sue papille gustative all'etica e al senso di giustizia. Egli scrive infatti:

Sono convinto che sia sbagliato allevare animali per mangiarli. Credo che non interessi a nessuno far "vivere bene" un animale se l'obiettivo finale e' farlo finire in tavola come pietanza. E' troppo facile barare, e' troppo invitante fingere di ignorare che cosa determini il benessere di ciascun animale.

Altre riflessioni, che troviamo sempre nell'introduzione, riguardano il rispetto verso la sofferenza di esseri senzienti che quasi tutti si ostinano a non riconoscere che sono proprio "come noi" sotto questo aspetto, e anzi, non riconoscono nemmeno che siano come il cane o il gatto che hanno in casa. A tanto puo' arrivare l'illogicita' e la cecita' di chi non vuole guardare la realta' dei fatti ma vuole solo continuare imperterrito con le proprie abitudini e fare "come fanno tutti". Scrive l'autore:

Ho constatato che, a tavola, quando dico che sto scrivendo un libro sulla vita emotiva degli animali d'allevamento, i miei commensali mi guardano con un sorriso strano, come se avessi detto qualcosa di ridicolo. [...] La questione non e' "che cosa", ma "chi" state mangiando. Una sofferenza su cosi' vasta scala puo' essere forse considerata un argomento ridicolo? [...] Perche' in genere si considera ridicolo sottolineare che ognuno di questi animali uccisi ha avuto una madre, presumibilmente dei fratelli e, di certo, alcuni sono stati compianti da un genitore, oppure un amico che ne ha sentito la mancanza? Anche se erano stati allevati per essere uccisi, questo non ha modificato la loro capacita' emotiva. Avevano ricordi, soffrivano e provavano dolore. Non ha alcun senso fare una graduatoria comparata della sofferenza dando molto peso all'"essere umano" e poco agli animali. Preoccuparsi di un tipo di sofferenza non significa che non si debba avere alcun interesse per le altre, o che una sia piu' significativa e terribile di un'altra.

Un altro punto interessante e' quello in cui si fa l'immancabile e dovuto confronto della prigionia degli animali con la schiavitu' umana. Interessante il confronto con le parole di Aristotele, che considerava la schiavitu' umana una cosa normale e opportuna, e con lui molti suoi contemporanei, cosi' come oggi molti - quasi tutti - considerano normale e opportuna la schiavitu' degli animali.
Fa notare l'autore:

L'analogia tra schiavitu' e addomesticamento animale non e' una novita'. Risale come buona parte del pensiero occidentale, ad Aristotele, che nella "Politica" scrisse:
"[...] gli animali domestici sono per natura migliori dei selvatici e a questi tutti e' giovevole essere soggetti all'uomo, perche' in tal modo hanno la loro sicurezza. [...] ed e' necessario che tra tutti gli uomini sia proprio in questo modo [...] costoro sono per natura schiavi, e il meglio per essi e' star soggetti a questa forma di autorita', proprio come nei casi citati."


L'autore risponde poi anche alla domanda ricorrente "ma se noi non li allevassimo per mangiarli, questi animali non esisterebbero" che sembra, per motivi misteriosi, essere per molti una giustificazione al massacro:

E' opinione comune che gli animali da fattoria non esisterebbero neppure, se noi non li allevassimo: quindi per loro e' meglio condurre una vita da reclusi piuttosto che non vivere affatto. Spesso si afferma che animali come mucche, maiali, pecore, capre, polli, anatre e oche traggono vantaggio dal semplice fatto che gli e' permesso di esistere. Roger Scruton, filosofo britannico e appassionato di caccia alla volpe, fa, per esempio, una curiosa constatazione: "Gli animali giovani vengono macellati senza alcun rimorso fin dalle origini della storia", come se la schiavitu', il razzismo e i maltrattamenti sulle donne non risalissero anch'essi alle origini della storia. Da quando il protrarsi nel tempo di una pratica le conferisce dignita' morale?

"Gran parte degli animali che pascolano nei nostri campi" prosegue Scruton "sono li' perche' noi li mangiamo". Potrebbero essere li' comunque, a pascolare nei campi di un rifugio, se non li mangiassimo; soltanto, sarebbero molti meno. Da un punto di vista filosofico, non puo' essere valido affermare che qualcuno o qualcosa deve la propria esistenza alla nostra brama di sfruttamento, come se questo ci conferisse uno speciale diritto morale.

Infine, sulla questione della nostra grande generosita' umana che consente di far nascere cosi' tanti animali che altrimenti non nascerebbero affatto, l'autore scrive:

Quando pensiamo agli animali da fattoria, e' importante ricordare che lo scopo della loro esistenza e' quasi interamente determinato dalla loro morte o dallo sfruttamento. Esistono per morire o per essere usati. Li alleviamo per ucciderli o per trarne vantaggio, non per dargli la possibilita' di condurre la vita felice cui sarebbero destinati. Nessuna chiacchiera filosofica puo' fraci superare questo scoglio inamovibile: possiamo chiamarla slealta' umana?

Per concludere: un libro assolutamente consigliato, perche' l'autore e' davvero "dalla nostra parte" - cioe' da quella degli animali - senza se e senza ma. Senza dubbi. Un libro consigliato a chi e' ancora convinto che gli animali non sono tutti uguali (o che alcuni "sono piu' uguali di altri"...), per mettersi alla prova - se siete sicuri della vostra posizione, se siete convinti che le cose stiano come dite voi, leggetelo, mettetevi alla prova! E un libro consigliato anche a tutti noi che sappiamo che gli animali sono tutti uguali, perche' ricco di informazioni, dati e fonti utilissime nel nostro attivismo di tutti i giorni.

Marina Berati
Fonte: www.agireora.org
Link: http://www.agireora.org/info/news_dett.php?id=126
17/01/2007
La triste fine della mucche da latte




Picchiate, trascinate in catene e infine uccise

Una mucca viene trascinata con le catene verso il macello
Percosse, torturate da pungoli elettrici, trascinate in catena e caricate a forza sui camion destinati al mattatoio. Le povere mucche dopo avere passato una vita attaccate alle macchine che ne succhiano il latte per i nostri cappuccini mattinieri, diventano carne da macello, ma non prima di essere passate attraverso atroci sofferenze. Dalla colazione al pranzo, ce le ritroviamo sulla tavola in versione pizzaiola o spezzatino ma cosa abbiano passato quei poveri animali prima di diventare un pasto, non lo sappiamo.

La Lav (Lega anti vivisezione) vuole invece che nessuno lo ignori e ha prodotto un video che testimonia i maltrattamenti, ma anche le violazioni della legge, che i poveri bovini sono costretti a subire. Il dossier è stato realizzato dopo una lunga investigazione condotta in allevamenti e mattatoi in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna (le regioni principali per il mercato legato alle mucche da latte e macellazione di bovini).

Il filmato mostra animali non più in grado di camminare, in condizioni di salute così gravi da non riuscire neanche ad alzarsi, caricati a forza sui camion con la pala di un trattore, alzati con un verricello, trascinati con catene e corde, maltrattati con pungoli elettrici per farli alzare, picchiati. I bovini in questo stato vengono definiti "mucche a terra" e sono costrette a un viaggio atroce verso il macello.

Tali illegalità sono state formalmente denunciate dalla Lav che si costituirà parte civile e che sollecita il Ministero della Salute a ordinare un'indagine dei Nas e maggiori controlli da Regioni e servizi veterinari. La legge sancisce infatti l'obbligo di abbattere gli animali feriti o malati sul posto, e prevede che solo quelli in grado di sopportare il viaggio previsto, siano trasportati.

Le violazioni della legge e dell'umano buon senso vengono attuate in nome della massimizzazione del profitto. Principio i cui effetti si fanno sentire sulla pelle dei bovini e degli umani che si nutrono di animali che, prima della morte, sono passati attraverso sofferenze che lasciano il segno sulle stesse carni che verrano cosumate.

Claudio Mura
Fonte: animali.tiscali.it
Link: http://animali.tiscali.it/articoli/07/01/19/mucche_vittime.html
19.01.07

Thursday, January 18, 2007

La filosofia dei diritti degli animali



Gli altri animali, quelli che gli esseri umani mangiano, usano per scopi scientifici, cacciano, catturano e sfruttano in una grande varietà di modi, hanno una loro vita e questa ha per loro un valore che esula dai vantaggi personali che noi possiamo trarre del loro sfruttamento. Essi non solo sono in questo mondo, ma sono anche consapevoli di esserci. Ciò che gli succede è importante per loro. Ognuno di essi ha un’esistenza che va più o meno bene a seconda del loro punto di vista.

Quell’esistenza comprende tutta una serie di bisogni biologici, individuali e sociali. La soddisfazione di questi bisogni è fonte di piacere, la loro frustrazione o abuso, una fonte di dolore. In questi modi fondamentali, gli animali non umani, come ad esempio quelli dei laboratori e degli allevamenti, sono affini agli esseri umani. Ed è per questo che l’etica dei nostri comportamenti verso di loro, come nei confronti di chiunque altro, deve poggiare sugli stessi principi morali fondamentali.

Al suo livello più profondo, l’etica umana si basa sul valore dell’indipendenza dell’individuo: Il valore morale di qualsiasi essere umano non va misurato in base a quanto quella persona sia utile nel portare avanti gli interessi di altri esseri umani. Minacciare gli esseri umani con metodi che non onorano il valore dell’indipendenza significa violare il più basilare dei diritti umani: il diritto di ogni persona ad essere trattato con rispetto.

La filosofia dei diritti degli animali chiede solo che tale logica venga rispettata. Perché qualsiasi ragione che spieghi in modo plausibile il valore dell’indipendenza degli esseri umani, implica che gli altri animali abbiano questo stesso valore, e che ce l’abbiano in modo eguale. E ogni argomentazione che spiega in modo plausibile il diritto di ogni essere umano ad essere trattato con rispetto, implica anche che gli altri animali abbiano questo stesso diritto, e che ce l’abbiano in maniera eguale.

È quindi vero, che le donne non sono state create per servire l’uomo, e i neri per servire i bianchi, i poveri per servire i ricchi o i deboli per servire i più forti. La filosofia dei diritti degli animali non solo accetta queste verità, ma insiste su di esse e le giustifica.

Ma la filosofia va oltre. Giustificando e insistendo sul valore dell’indipendenza e dei diritti degli altri animali, fornisce ragioni scientificamente informate e moralmente imparziali che negano il fatto che questi animali siano stati creati per servirci.

Una volta che questa verità viene riconosciuta, è facile capire perché la filosofia dei diritti degli animali sia intransigente nella sua risposta ad ogni ingiustizia perpetrata nei confronti degli altri animali.

Nei casi di animali usati nella scienza, per esempio, la giustizia non chiede gabbie più grandi e più pulite, ma gabbie vuote: non allevamenti “tradizionali”, ma una chiusura definitiva di ogni tipo di commercio di carne di animali morti; non una caccia e una segregazione “più umane”, ma la completa estinzione di pratiche così barbare.

Perché quando un’ingiustizia è assoluta, vi si deve opporre in modo assoluto. La giustizia non ha mai lottato per una “riforma” della schiavitù, non è mai stata chiesta una “riorganizzazione” del lavoro minorile o la “riforma” del sistema di sottomissione della donna. In ognuno di questi casi, l’abolizione era la sola risposta morale possibile. La semplice riforma dell’ingiustizia non significa altro che il prolungamento dell’ingiustizia stessa.

La filosofia dei diritti degli animali esige questa stessa risposta – l’abolizione – di fronte all’ingiusto sfruttamento di altri animali. Non sono i dettagli di questo sfruttamento ingiusto a dover essere cambiati. È lo stesso sfruttamento ingiusto che deve aver fine, sia che esso avvenga negli allevamenti, nei laboratori o nella natura incontaminata. La filosofia dei diritti degli animali non chiede nulla di più, ma non si riterrà soddisfatta per nulla in meno.


10 Ragioni A FAVORE dei Diritti degli animali Le loro Motivazioni

1. La filosofia dei diritti degli animali è razionale

Spiegazione: Non è razionale discriminare in modo arbitrario. E la discriminazione nei confronti degli animali non umani è arbitraria. È sbagliato trattare gli esseri umani più deboli, specialmente quelli che non possiedono una normale intelligenza umana, come degli “oggetti”, delle “risorse rinnovabili” , delle “cavie” o della “merce di scambio”. Non può quindi essere giusto trattare gli altri animali come fossero “oggetti”, “cavie” e via dicendo, se la loro psiche è altrettanto ricca (o più ricca) di quella degli esseri umani. Pensarla in modo contrario è irrazionale.

“Descrivere un animale come un sistema psico-chimico di estrema complessità è senza dubbio corretto, tranne per il fatto di omettere il concetto di ‘animalità’ dell’animale.”
E.F. Schumacher

2. La filosofia dei diritti degli animali è scientifica

Spiegazione: La filosofia dei diritti degli animali rispetta la nostra scienza migliore in generale, e la biologia evoluzionista in particolare. La seconda ci insegna che, nelle parole di Darwin, gli esseri umani si differenziano da molti altri animali nel “grado” non nella tipologia. È solo questione di porre dei limiti; è ovvio che, ad esempio, gli animali usati nei laboratori, allevati per trarne cibo, cacciati per mero piacere o chiusi in gabbie per trarne profitto, sono i nostri parenti psicologici più stretti. Questa non è fantasia, questo è un fatto, provato dalla scienza più autorevole.

“Non c’è alcuna differenza fondamentale tra gli esseri umani e i mammiferi dalle facoltà mentali più elevate.”
Charles Darwin

3. La filosofia dei diritti degli animali non ha pregiudizi

Spiegazione: Razziste sono le persone che pensano che coloro che appartengono alla loro razza siano superiori agli esponenti di altre razze semplicemente perché i primi appartengono alla loro razza (quella “superiore”). I Sessisti credono che gli esponenti del loro stesso sesso siano superiori a quelli del sesso opposto, solo perché i primi appartengono al loro stesso sesso (quello “superiore”). Sia il razzismo che il sessismo sono entrambi paradigmi di un fanatismo insostenibile. Non esiste nessuna razza o sesso “superiori” o “inferiori”. Le differenze razziali o sessuali sono differenze biologiche, non morali.
Lo stesso vale per lo specismo – l’opinione secondo cui gli esponenti della specie Homo sapiens siano superiori agli esponenti di ogni altra specie, semplicemente perché ad essa appartengono gli esseri umani (ovvero alla specie “superiore”). Ma in realtà, non esiste alcuna specie “superiore”; e pensarla in maniera diversa significa avere gli stessi pregiudizi dei razzisti e dei sessisti.

“Se puoi dare una giustificazione all’atto di uccidere per mangiare carne, allora puoi anche giustificare le condizioni del ghetto. Io non posso giustificare nessuna delle due.”
Dick Gregory

4. La filosofia dei diritti degli animali è giusta

Spiegazione: La Giustizia è il più alto principio dell’etica. Al fine di commettere una buona azione, non dobbiamo commettere o permettere che venga fatta un’ingiustizia, non dobbiamo violare i diritti di pochi nell’intento di trarre il beneficio di molti. Questo è quello che in passato veniva permesso dalla schiavitù; e quanto era alla base dello sfruttamento del lavoro minorile. La maggioranza degli esempi di ingiustizia sociale hanno alla base principi di questo tipo, ma non la filosofia animalista il cui principio più elevato è quello della giustizia: Nessuno ha il diritto di beneficiare di qualcosa che sia il risultato della violazione dei diritti di un altro, sia che l’ “altro” sia un essere umano o un altro animale.

“I motivi che sono alla base dell’intervento legale in favore dei bambini si applicano in maniera altrettanto forte nei casi di quegli schiavi sfortunati – gli (altri) animali.”
John Stuart Mill

5. La filosofia dei diritti degli animali è compassionevole

Spiegazione: Un’esistenza umana a tutti gli effetti implica sentimenti di empatia ed affetto – in una sola parola, compassione – per le vittime dell’ingiustizia – sia che le vittime siano esseri umani che altri animali. La filosofia dei diritti degli animali fa capo alla virtù della compassione, così come l’accettazione della stessa filosofia ne stimola la crescita. Secondo le parole di Lincoln, questa filosofia riflette “il modo di vivere dell’intero genere umano.”

“La compassione nell’agire potrebbe essere un’occasione grandiosa per proteggere il nostro affollato pianeta inquinato…”
Victoria Moran

6. La filosofia dei diritti degli animali è altruista

Spiegazione: La filosofia dei diritti degli animali richiede un forte impegno al servizio di coloro che sono deboli e vulnerabili - quelli che, siano essi umani o altri animali, non possono parlare o difendersi, ed hanno bisogno d’essere protetti dall’avidità e dall’insensibilità umane. La nostra filosofia non può fare a meno di questo tipo di impegno, non perché sia nel nostro interesse personale offrirlo, ma solo perché è giusto farlo. Di conseguenza, questa filosofia richiede e allo stesso tempo stimola la crescita di attività al servizio del prossimo.

“Abbiamo bisogno di una filosofia morale in cui il concetto d’amore, oggi così raramente preso in considerazione dai filosofi, possa ancora una volta essere visto come centrale.”
Iris Murdoch

7.
La filosofia dei diritti degli animali è autoremunerativa

Spiegazione: Tutte le grandi tradizioni etiche, sia religiose che laiche, enfatizzano l’importanza di quattro cose: conoscenza, giustizia, compassione e autonomia. La filosofia dei diritti degli animali non fa eccezione. Essa insegna che le nostre scelte dovrebbero essere basate sulla conoscenza, dovrebbero essere prese liberamente e dovrebbero essere espressione di compassione e giustizia. Non è facile raggiungere queste virtù, o controllare le inclinazioni umane verso l’avidità e l’indifferenza. Ma senza di esse è impossibile un’esistenza umana a tutti gli effetti. La filosofia dei diritti degli animali richiede e allo stesso tempo stimola l’autogratificazione.

“La benevolenza non è un precetto esteriore privo di vita, ma un impulso forte che viene da dentro; non sacrificio di sé, ma gratificazione personale.”
Henry Salt

8. La filosofia dei diritti degli animali è socialmente progressista.

Spiegazione: Il più grande ostacolo alla nascita di una società umana è rappresentato dallo sfruttamento di altri animali da parte degli esseri umani. Questo vale per le diete poco salutari, per la consueta fiducia che la scienza ripone nel “modello animale completo” e per le molte altre forme di sfruttamento animale esistenti. Ma questo è altrettanto vero, per esempio, per quanto concerne l’istruzione e la pubblicità, che aiutano ad attenuare la sete di razionalità, imparzialità, compassione e giustizia, che è insita alla psiche umana . In tutto ciò i governi sono profondamente arretrati perché non sono in grado di servire gli interessi dei loro cittadini.

“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono misurare dal modo in cui sono trattati i suoi animali”
Mahatma Gandhi

9. La filosofia dei diritti degli animali è rispettosa dell’ambiente

Spiegazione: La causa principale del degrado ambientale, incluso l’effetto serra, l’inquinamento delle falde acquifere, e la perdita sia della terra coltivabile che del terreno superficiale, può ad esempio essere rintracciata nello sfruttamento degli animali. Questo stesso modello attraversa su vasta scala anche le questioni ambientali, dalle piogge acide e lo scarico di rifiuti tossici nell’oceano, all’inquinamento atmosferico e la distruzione dell’habitat naturale. In tutti questi casi, agire nell’intento di proteggere gli animali colpiti (che, dopo tutto, sono i primi a soffrire e a morire a causa di questi mali ambientali), significa proteggere il pianeta stesso.

“Finché non stabiliremo un profondo senso di appartenenza tra la nostra specie e gli altri mortali che condividono con noi le gioie e i dolori della vita su questo pianeta agonizzante, non ci sarà speranza per le altre specie, non ci sarà speranza per l’ambiente e non ci sarà speranza per noi stessi.”
Jon Wynne-Tyson

10. La filosofia dei diritti degli animali è pacifista.

Spiegazione: La richiesta fondamentale della filosofia dei diritti degli animali è quella di trattare gli esseri umani e gli altri animali con rispetto. Per fare ciò bisogna che si agisca in modo tale da non arrecare danno a nessuno al fine di trarne profitto per noi stessi o per chiunque altro. Questa filosofia è quindi totalmente contraria all’aggressività militare. È una filosofia di pace. Ma è una filosofia che estende la richiesta di pace al di là dei confini della nostra specie. Perché c’è una guerra che ogni giorno viene intrapresa contro innumerevoli milioni di animali non umani. Essere realmente pacifisti significa opporsi in modo fermo allo specismo. È un’illusione pensare che ci possa essere “pace nel mondo” se non siamo in grado di rendere pacifici i nostri rapporti con gli altri animali.

“Se per qualche miracolo, nel corso della nostra lotta, la terra venisse risparmiata dall’olocausto nucleare, solo la giustizia verso ogni forma vivente potrà salvare la specie umana.”
Alice Walker


10 Ragioni CONTRO i Diritti degli Animali e Le loro Repliche

1. State eguagliando animali ed umani, quando di fatto sono profondamente diversi.

Replica: Non stiamo dicendo che gli esseri umani e gli altri animali siano uguali in tutto e per tutto. Per esempio, non stiamo affermando che cani e gatti possano fare i conti, o che i maiali e le mucche apprezzino la poesia. Stiamo solo dicendo che come gli umani, molti altri animali sono esseri dotati di una psiche, con un proprio benessere empirico. In questo senso noi e loro siamo la stessa cosa. E in questo senso quindi, nonostante le molte diversità, noi e loro siamo uguali.

“Tutti gli argomenti a sostegno della superiorità dell’uomo non possono prescindere dal fatto che nella sofferenza, gli animali sono nostri pari.”
Peter Singer

2. Sostenete che gli esseri umani così come ogni altro animale, debbano godere degli stessi diritti, il che è assurdo. I polli non possono avere il diritto di votare, allo stesso modo i maiali non possono avere diritto all’istruzione.

Replica: Non stiamo dicendo che gli umani e gli altri animali hanno sempre gli stessi diritti. Non si può neanche dire che tutti gli esseri umani godano degli stessi diritti. Ad esempio, le persone con gravi limitazioni mentali non hanno diritto ad una elevato grado di istruzione. Ciò che vogliamo dire è che questi ed altri esseri umani condividono un diritto morale di base con gli altri animali – ovvero il diritto ad essere trattati con rispetto.

“È il destino di ogni verità quello di essere oggetto di ridicolo quando viene acclamata per la prima volta.”
Albert Schweitzer

3. Se gli animali hanno dei diritti, allora ne hanno anche i vegetali, il che è assurdo.

Replica: Come noi, molti animali possiedono un loro benessere psicologico. Come noi, quindi, hanno diritto ad essere trattati con rispetto. D’altra parte, non abbiamo ragione di credere – e di certo non v’è alcuna motivazione scientifica – che le carote e i pomodori, ad esempio, abbiano una presenza psicologica nel mondo. Come tutti gli altri vegetali, le carote e i pomodori non possiedono nulla che ricordi un cervello o un sistema nervoso centrale. Essendo essi lacunosi sotto tale aspetto, non c’è ragione di pensare ai vegetali come esseri psicologici con, ad esempio, la capacità di percepire il piacere e il dolore. È per queste ragioni che si può razionalmente parlare di affermazione dei diritti degli animali e dall’altra parte negare il concetto di diritti dei vegetali.

“La questione dei diritti degli animali dipende solo dal bisogno di sensibilità.”
Andrei Linzey

4. Dove tirare una riga? Se primati e roditori hanno dei diritti, allora ne hanno anche i lumaconi e le amebe, il che è assurdo.

Replica: Spesso non è facile sapere dove “tirare una riga.” Ad esempio, non possiamo dire con esattezza quanti anni debba avere una persona per essere anziana, o quanto debba essere alto qualcuno per essere alto. Tuttavia, possiamo affermare con certezza che una persona di 88 anni è anziana, e una alta 2 metri è alta. Allo stesso modo, non possiamo dire con esattezza dove tirare una riga quando si parla di animali dotati di una psicologia. Ma possiamo affermare con assoluta certezza che dovunque si tracci una riga sul piano scientifico, primati e roditori stanno da una parte (la parte psicologica ) mentre lumaconi e amebe sono dall’altra – il che non vuol dire che possiamo distruggerli in modo sconsiderato.

“Nei rapporti tra gli esseri umani e gli animali, i fiori e tutti gli elementi del creato, c’è una vasta e complessa etica scarsamente riconosciuta come tale.”
Victor Hugo

5. Ma di sicuro ci sono alcuni animali che sebbene possano sentire il dolore, non possiedono comunque un’identità psicologica unificata. Siccome questi animali non hanno diritto ad essere trattati con rispetto, la filosofia dei diritti degli animali implica che possiamo decidere di trattarli nel modo che desideriamo.

Replica: È vero che alcuni animali, come gamberetti e vongole, possono sentire il dolore sebbene non possiedano molte altre capacità psicologiche. Se questo fosse vero non dovrebbero possedere alcuni dei diritti di cui godono gli altri animali. Tuttavia, non dovrebbe esserci nessuna giustificazione morale al fatto di causare dolore ad altri, se questo non è necessario. E siccome non è assolutamente necessario che gli esseri umani si nutrano di gamberetti, vongole, e animali simili, o che li sfruttino in altri modi, non deve esserci alcuna giustificazione morale al fatto di causare loro tutto il dolore implicito in tale utilizzo.

“La domanda non è: ‘possono ragionare?’, o ‘possono parlare?’, bensì: ‘possono soffrire?’”
Jeremy Bentham

6. Gli animali non rispettano i nostri diritti; quindi gli esseri umani non sono tenuti a rispettare i loro.

Replica: Ci sono molte situazioni in cui un individuo che ha dei diritti non è in grado di rispettare i diritti degli altri. Questo è vero per i neonati, i bambini, i deboli di mente e le persone con seri problemi psichici. Nei loro casi non diciamo che sia del tutto giusto trattarli in maniera irrispettosa solo perché non rispettano i nostri diritti. Al contrario, riconosciamo a noi stessi il dovere di trattarli col dovuto rispetto, sebbene essi non abbiamo alcun dovere di trattare noi allo stesso modo.
Ciò che è vero per casi che coinvolgono neonati, bambini e gli altri esseri umani citati, non è meno vero nei casi che riguardano gli altri animali. Il fatto che essi non siano tenuti a rispettare i nostri diritti, non cancella e non indebolisce il nostro obbligo a rispettare i loro.

“Verrà un giorno in cui uomini come me considereranno l’assassinio di un (altro) animale alla stregua di quello di un essere umano”
Leonardo Da Vinci

7. Dio ha concesso agli uomini il dominio sugli animali. Per questo motivo possiamo fare loro tutto ciò che vogliamo, compreso mangiarli.

Replica: Non tutte le religioni rappresentano gli esseri umani come “dominatori” di altri animali, e anche tra quelle che lo fanno, il concetto di “dominio” dovrebbe essere concepito come tutela disinteressata, e non come potere egoistico. Gli esseri umani dovrebbero essere tanto amorevoli verso ogni creazione quanto Dio lo è stato creando tutto l’universo. Se oggi, amassimo gli animali allo stesso modo in cui gli umani li amavano nel Giardino dell’Eden, non li mangeremmo. Coloro che rispettano i diritti degli animali hanno intrapreso un viaggio di ritorno verso l’Eden – un viaggio verso l’amore vero per la creazione di Dio.

"E Dio disse, Ecco, Io vi ho dato ogni erba che produce seme, che si trova sulla faccia di tutta la terra, ed ogni albero in cui è il frutto, che produce seme; per voi saranno come carne.”
Genesi 1:29

8. Solo gli umani hanno anime immortali. Questo ci da il diritto di trattare gli altri animali come vogliamo.

Replica: Molte religioni insegnano che tutti gli animali, non solo gli umani, possiedono un’anima immortale. Tuttavia, anche se solo gli umani fossero immortali, questo proverebbe solo che noi viviamo per sempre mentre gli altri animali no. E tale fatto (ammesso che un fatto lo sia) renderebbe ancor più motivato, e non il contrario, il nostro obbligo ad assicurare che questa vita - la sola che gli altri animali possiedono – sia la migliore e la più lunga possibile.

Non c’è religione senza amore, e le persone possono parlare quanto vogliono della loro religione, ma se questa non gli insegna ad essere altrettanto buoni e gentili verso gli altri animali come con gli umani, sarà tutta un’impostura”
Anna Sewell

9. Se rispettiamo i diritti degli animali, e non li mangiamo o sfruttiamo in nessun altro modo, allora cosa dovremmo farne di tutti loro? In breve tempo ce li ritroveremmo in giro per le nostre strade e nelle nostre case.

Replica: Ogni anno, solo negli Stati Uniti circa 4 – 5 miliardi di animali vengono allevati e poi macellati per ricavarne cibo. La ragione di questi numeri incredibilmente elevati è semplice: ci sono consumatori che si nutrono di una quantità molto elevata di carne animale. L’apporto di animali fa fronte alle richieste dei compratori.
Tuttavia, qualora la filosofia animalista trionfasse, e l’umanità tutta diventasse vegetariana, non dovremmo temere la presenza di miliardi di mucche e di maiali al pascolo in mezzo alle nostre città o nei nostri soggiorni. Una volta evaporata la spinta finanziaria che ha condotto all’allevamento di miliardi di questi animali, semplicemente milioni di essi non ci saranno più. E lo stesso ragionamento vale per altri casi – ad esempio nel caso degli animali allevati per la ricerca. Quando la filosofia animalista prenderà il sopravvento, ed avrà fine questo sfruttamento animale, allora cesserà anche la spinta finanziaria ad allevare milioni di capi.

“Il peccato peggiore nei confronti del nostro prossimo non è odiarlo ma mostrargli indifferenza. Questa è l’essenza della disumanità”
George Bernard Shaw

10. Ammesso che gli altri animali abbiano dei diritti morali e debbano essere protetti, ci sono cose più importanti che hanno bisogno della nostra attenzione – ad esempio la fame nel mondo e gli abusi nei confronti dei bambini, l’apartheid, la droga, la violenza nei confronti delle donne, e le condizioni dei senzatetto. Solo dopo esserci fatto carico di questi problemi potremo preoccuparci dei diritti degli animali.

Replica: Il movimento per i diritti degli animali è una parte del movimento per i diritti degli esseri umani e non una sua derivazione. La stessa filosofia che difende e combatte a favore dei diritti degli animali non umani, difende e lotta per i diritti degli esseri umani.

A livello pratico, inoltre, le persone non si trovano a dover scegliere tra aiutare gli umani o aiutare gli altri animali. Si possono fare entrambe le cose. Ad esempio, la gente non è tenuta a cibarsi degli animali per aiutare i senzatetto, e tanto meno ha bisogno di usare cosmetici testati sugli animali per aiutare i bambini. Infatti, le persone che rispettano i diritti degli animali non umani, non cibandosi di loro, ne guadagnano in salute e questo gli permette di essere ancor più d’aiuto agli esseri umani.

“Sono a favore dei diritti degli animali come lo sono dei diritti degli esseri umani. Così agisce un essere umano completo.”
Abraham Lincoln

Tom Regan

Versione originale:

Fonte: http://www.cultureandanimals.org/
Link: http://www.cultureandanimals.org/animalrights.htm

Versione italiana:

Fonte:www.comedonchisciotte.org
Link: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=2934&mode=&order=0&thold=0

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MONIA
17.01.07