Monday, January 22, 2007

La vivisezione tra metodologia e politica




La critica della vivisezione deve molto sia a quei laici che, entrati in contatto casualmente con la realtà degli esperimenti su animali, si sono interrogati sulla sua legittimità (in primo luogo etica), sia ad alcuni medici e ricercatori che a un certo punto della propria carriera hannoripensato, in quanto scienziati, una pratica in cui erano stati coinvolti direttamente o indirettamente.

Il caso di Pietro Croce è esemplare. La lettura di Imperatrice nuda, la grande
requisitoria di Hans Ruesch apparsa nel 1976 in Italia, lo fece tornare con maggior
decisione su dubbi nati durante la sua lunga attività di sperimentatore biomedico. Il
primo capitolo di Vivisezione o scienza? Una scelta (1981), si intitola, non a caso,
“Sulla via di Damasco”. Croce ebbe il coraggio di rim ettere in discussione il lavoro di «molti anni», e di riconoscere nell’im postazione fino ad allora seguita un «errore metodologico».

Sono pochi gli scienziati, in qualsiasi settore e ancor meno in campo medico, capaci di una tale inversione di rotta, e in effetti di mettersi in rotta di collisione con la gran massa dei colleghi.
Molti attivisti, anche animalisti in buona fede, svolgono un’azione debole e inefficace contro la vivisezione in gran parte a causa dell’incom prensione della natura metodologica della controversia.

Il libro di Croce è stato tradotto in varie lingue, e la sua riedizione in inglese ebbe l’onore diuna recensione m olto positiva sul British Medical Journal nel 2001. Di questa favorevole accoglienza nel mondo anglosassone i media nostrani non hanno fatto parola – troppo impegnati ad annunciare le cure miracolose che gli esperimenti su topi o conigli preparerebbero a un futuro sempre più ipotetico.

L’industria chimica-farmaceutica è riuscita a far riconoscere dalla legge gli esperimenti su animali come sufficienti ad assolverla da ogni responsabilità per quello che succede dopo – dalla prima fase della sperimentazione clinica (quella che avviene soprattutto su volontari sani) fino alla commercializzazione. Ciò prova definitivamente la sua straordinaria capacità di influenzare le scelte legislative. Questo è il vero problema politico che gli antivivisezionisti si trovano davanti, non i presunti “accordi internazionali” che im pedirebbero alnostro governo diprendere iniziative concrete.

La situazione è del tutto analoga a quella che si verifica in campo ambientale. Anzi, la tutela della salute um ana e anim ale è un caso particolare di tutela dell’am biente. I nemici sono gli stessi, e i movimenti e partiti di sinistra, gli animalisti, le associazioni ecologiste e di difesa dei consumatori possono trovare qui una grande opportunità di azione congiunta e vincente.

Marco Mamone Capria
Matematico ed epistemologo, Università di Perugia
Convegno-conferenza stampa del 14.12.06 – Roma – Palazzo Marini

Fonte
14.12.06

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