Sunday, January 07, 2007

RISULTATI DISCORDANTI TRA RICERCA CLINICA SU UMANI E TEST SU ANIMALI

Nel dicembre 2006 e' stato pubblicato sulla rivista British Medical Journal l'articolo "Confronto degli effetti delle cure provate su animali e clinicamente: una revisione sistematica". Gli autori hanno trovato ampie discordanze di risultati tra le prove su animali e quelle su umani, e nella conclusione affermano "I risultati discordanti tra gli studi su animali e quelli su umani possono essere dovuti o a bias (convinzioni a priori che portano alla distorsione dei risultati) o all'incapacita' dei modelli animali di riprodurre le malattie cliniche in modo adeguato".

L'obiettivo dei ricercatori e' stato quello di "esaminare la concordanza tra gli effetti delle cure negli esperimenti sugli animali e nei test clinici". Infatti, l'utilizzo di animali come "modello" per le malattie umane e' una prassi che si fa "per tradizione", ma che non ha mai subito un reale processo di convalida (cosi' come anche avviene per i test di tossicita' delle sostanze chimiche eseguiti su animali: non sono mai stati in alcun modo convalidati per stabilirne la reale efficacia), e quindi sono piu' che mai necessarie queste "revisioni sistematiche" che confrontano i risultati ottenuti su animali con quelli ottenuti su umani per lo stesso tipo di farmaco (o altro genere di cura).

Gli autori affermano "La nostra revisione sistematica fornisce indicazioni sulla limitatezza dei modelli animali, e sulla loro incapacita' di rappresentare le corrispondenti malattie negli umani". I risultati nei sei casi esaminati (per ciascun caso sono stati esaminati molti articoli della letteratura scientifica) sono stati vari: in tre casi ci sono stati risultati simili, in altri tre casi no. In sostanza, un po' come tirare una moneta: 50% di possibilita' di avere risultati su animali congruenti con quelli sugli umani!

Rilevano i ricercatori: "Abbiamo anche trovato una differenza nei risultati dell'uso di tirilazad per curare l'ictus. I dati provenienti dai test su animali suggerivano un effetto benefico della cura, ma i dati clinici non hanno mostrato alcun beneficio, ma invece possibili danni". I corticosteroidi usati come cura nei traumi cranici non hanno mostrato alcun effetto positivo nelle prove cliniche, ma si sono mostrati invece efficaci nei modelli animali.

Un'altra osservazione importante che compare nell'articolo e': "Che ci sia un divario tra la ricerca clinica e la pratica clinica e' cosa ben nota. Il nostro lavoro evidenzia un altro divario, la mancanza di comunicazione tra chi fa ricerca su animali e chi fa ricerca clinica". In sostanza, quindi, ognuno va per la sua strada: chi compie la vera ricerca, quella clinica, che, assieme a quella epidemiologica, fa avanzare la scienza, non prende in considerazione i risultati ottenuti su animali, il che e' giusto, perche' potrebbero essere fuorvianti, ma allora, PERCHE' fare questi esperimenti? Perche' cosi' si usa, perche' vengono raramente messi in discussione, perche' ottengono piu' fondi della ricerca clinica, perche' sono piu' facili da portare avanti (meglio gestire una gabbietta di topi che aver a che fare con persone, che necessitano di spiegazioni, cure, interazioni, ecc.), sono piu' veloci e vengono pubblicati allo stesso modo!
Quel che e' imperativo fare, dunque, e' abbandonare per sempre il dogma del "modello animale", per non sprecare piu' tempo e fondi che potrebbero invece essere usati per ricerche serie.

Fonte:
British Medical Journal, "Comparison of treatment effects between animal experiments and clinical trials: systematic review", BMJ, doi:10.1136/bmj.39048.407928.BE (published 15 December 2006)
http://www.bmj.com/cgi/rapidpdf/bmj.39048.407928.BEv1.pdf

Comunicato di:
AgireOra Network
www.agireora.org - info@agireora.org
8 gennaio 2007

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